Torneran gli inverni e il mare non si può fermare, io non ritornerò(Giulia, Lucio e me)
Si parte per esperienze nuove, per viaggi senza confini di sorta e non si sa se si riuscirà, se si vorrà, tornare al punto di partenza. Si è certi però che l'obbiettivo non sarà una metà precisa, bensì gli incontri sulla strada.
I membri dei Portulaca di viaggi ne hanno fatti parecchi nelle rispettive carriere prima di questo progetto: Valerio Casini e Gabriele Bogi con i loro Bad Love Experience, esperienza che valse loro una candidatura ai David di Donatello, mentre Michele Adorni giunge da territori ancora più distanti come quelli della scena punk livornese. I tre però non sembrano voler smettere di sorprendere innanzitutto loro stessi e si lanciano in questa avventura alla ricerca della semplicità folk delle tradizioni che partono dalla loro Livorno per arrivare alle immense distese statunitensi.
I panorami a cavallo dei mari saranno mozzafiato come la corsa di “Vedo blu” e la danza di “Nel buio”, che vedono i nostri far tappa sulle coste dell’Isola Smeralda sospinti dal vento in poppa dei violini, ma è evidente che anche le vicine terre d’Albione siano fonte di ispirazione, con l’attacco melodico e ritmico di “Giulia, Lucio e me” che deve più di qualcosa a “Get Back” e ai Fab Four.
Il sogno americano non sembra però troppo lontano, dato che già si avverte qualche retrogusto del vecchio west nelle slide guitar che impreziosiscono questo inizio e in particolare la delicata e sognante “Vola”, che prefigura i paesaggi sconfinati che da lì a poco saranno esplorati. Ed ecco che “Quando te ne andrai”, allora, si spalanca su territori country e “Misty Blue” si veste di purissima Americana.
In tutto questo peregrinare per il mondo è normale sentire ogni tanto nostalgia di casa, ma i Portulaca non dimenticano mai davvero da dove sono partiti e compongono melodie leggere alla Rino Gaetano, del quale pare di sentire spesso anche il timbro vocale, come nella toccante title track, uno degli higlight del disco, e in “L’amore cos’è”, che sin dal titolo richiama i canzonieri classici dello Stivale.
“Una per l’anniversario” chiude questo primo scorcio di diario di viaggio cercando di riassumere tutto ciò che di buono i Portulaca hanno sfornato in questi loro primi 34 minuti di musica, fondendo mandolini, violini, slide guitar e addirittura una suggestiva fisarmonica in un delizioso commiato strumentale.
Il nuovo percorso dei tre livornesi inizia quindi nel migliore dei modi e non sembra trovare frontiere invalicabili come ci dicono loro stessi.
Sempre sarò in mezzo a questo oceano(Vola)
(15/06/2022)