Coraggiosi Sterbus, da sempre propensi a estemporanee creative che non inseguono leggi di mercato o le attese del sempre più numeroso pubblico.
Ultima in ordine di tempo è "Solar Barbecue", succoso campionario delle ossessioni e delle suggestioni che Emanuele Sterbini e Dominique D'Avanzo hanno messo al centro della loro musica, talmente numerose da non poterle elencare senza annoiare il lettore. Quel che è sicuro è che gli Sterbus restano tra i pochi a citare i King Crimson senza far gridare al vilipendio e sono nello stesso tempo capaci di contaminarne le grazie con irriverenti graffi rock'n'roll ("Back To Black Delivery").
Mettere insieme pochi inediti e vecchi brani accomunati da un unico elemento mancante, il canto, è una scelta che mette in luce i tratti più bislacchi della band, tra riff che profumano di Dixie Dregs ("Razor Legs") e canzoni ricche di trovate zappiane da sembrare uscite dal sottovalutato "Studio Tan" ("The Amazing Frozen Yogurt").
"Solar Barbecue" è la conferma ulteriore della validità degli Sterbus: un insieme di destrezza tecnica ("Congratulator") e genialità art-pop ("The Great Wallop Dollop"), che ha tutte le potenzialità per sconfiggere le residue perplessità di ascoltatori più esigenti. Un risultato non da poco, che Sterbini e soci ben presto arricchiranno di ulteriori, imprevedibili capitoli discografici.
08/01/2023