Timothy J. Fairplay

Tim Fairplay è una vera e propria eminenza grigia dell'elettronica londinese, dj autore di una manciata di album e una valanga di singoli a nome proprio, collezionati in una carriera decennale che lo ha visto militare in varie formazioni (Apophenia, Bulb, Dynamite Winter Palace, Haunted Doorbell, infine gli Asphodells con Andrew Weatherall), occupato anche in remix, produzioni e arrangiamenti vari e membro attivo dello Scrutton Street Axis, ingegnere del suono (soprattutto alle dipendenze di Weatherall), fondatore dell'etichetta Centurians Of Rome.
A distanza di un anno dall'ultimo "A Snowstorm In The Tropics", uscito per la sua Dungeon Module, etichetta che prende le mosse dall'omonimo club londinese, torna sul luogo del delitto, ovvero in casa Höga Nord Rekords, dove aveva pubblicato alcuni singoli (l'ultimo, il 7" "Pathfinder Theme/UFOs Over China", anch'esso dell'anno scorso), con un disco in linea con le sue più recenti produzioni e con quelle dell'etichetta svedese: elettronica analogica, effettistica vintage, a metà tra Berlin Schule e prima techno-ambient anni 90, con immaginario sci-fi retrò a condire il tutto.

A svettare in questa abbuffata cosmica a 110 bpm sono gli occulti pattern di "Maniac Death", gli scenari onirici di "Dreams Of Andromeda", il dub extraterrestre di "A Remarkable Claim", l'electro spaziale di "The Gang Sets Free" e di "Free Andromeda", anche se Fairplay non si nega l'horror wave di "Satanic Cults" (piuttosto noiosa) e la synth-wave monolitica e un po' inconcludente di "All Eyes Over The City" e "Underwater Struggle", finché il motorik scassato della conclusiva "The Source Of This Energy" non spegne i motori propulsori e precipita in un buco nero sonoro.

Insomma, il buon Fairplay ce la mette tutta per far rivivere viaggioni spaziali in chiave passatista: in parte il risultato è riuscito, ma questa techno vintage in salsa aliena non brucia e non sfonda, né propone suggestioni davvero accattivanti.

07/05/2022