La musica è vita per Brock Van Wey e come la vita stessa scorre inesauribile rinnovando costantemente il suo incanto. Complicato tenere il passo con tutte le pubblicazioni licenziate di anno in anno, ma di certo quando si inciampa in una delle sue traiettorie, è ancora più difficile rimanere indifferenti. Eppure le premesse potrebbero indurre a un approccio diametralmente opposto, vista l’aderenza a un canone ambient specifico quanto peculiare, che apparentemente si rinnova senza particolari cambi di rotta. Chi è disposto ad addentrarsi nella profondità del suono può invece smentire tale tesi riconoscendo quanto sia ampio il campionario di sfumature applicato a ciascuna corrente plasmata.
“Days Of Gold” si inserisce pienamente nella scia delle produzioni bvdub contraddistinta dall’assenza di pulsazioni e orientata alla definizione di ambienti d’ascolto immersivi permeati da un alto tasso emozionale. L’abilità nel costruire progressioni sature di stratificazioni sintetiche luminescenti, tra le cui evoluzioni si insinuano scie vocali diafane, scisse da ogni legame semantico, è sempre centrale nella pratica atmosferica di Van Wey, scevra qui dalle screziature spesso iniettate nel flusso avvolgente.
Il moto innescato, di valenza cinematografica, seducente nella sua impronta dinamica, si sviluppa come un fiume in piena raggiungendo il suo apice nella title-track posta in chiusura, unico momento scandito da una partitura ritmica evidente e da un suono parzialmente ruvido che si spegne gradualmente verso orizzonti di quieto intimismo. L’ennesima dimostrazione di talento di un autore dal tocco unico e sempre riconoscibile.
19/05/2023