Se il connubio tra tema calcistico e indie-pop ha dato vita negli anni 80 a “capolavori minori” insuperati come “George Best” dei Wedding Present e “London 0 Hull 4” degli Housemartins, tale tradizione tematica-estetica–musicale è raccolta dai marchigiani Casual Boots, duo composto dal cantante e chitarrista Massimo Scoponi, già attivo come one man band con il moniker Scoposki e dal batterista Simone Buoncompagni.
Con l’omonimo Ep d’esordio, la band non celebra campioni immortali o ipotetici risultati roboanti a mo’ di rivincita della provincia sulla Capitale come i loro predecessori, ma si rifà a un’idea del calcio romantica e pasoliniana (così è comunicato dagli stessi musicisti sulla loro pagina Bandcamp), utilizzando un’iconica copertina che evocherà una struggente nostalgia in buona parte degli ascoltatori, la stessa nostalgia suscitata dalle trame musicali per chi è cresciuto con il pop indipendente di scuola britannica di quarant’anni fa o semplicemente l’ha amato alla follia in seguito.
In effetti è difficile resistere al mix di innocenza naif di marca Vaselines e radiosa malinconia di derivazione smithsiana che erompe da brani come “Flowers And Raindrops” o “Lost Things”, il cui unico vizio risiede in una eccessiva aderenza a stilemi melodici di scuola Morrissey. Ma i Casual Boots sanno anche spingere sull’acceleratore pop-punk con “Attitude”, come se avessero rapito i Supergrass degli esordi e per poi intrappolarli nel garage, mentre in “Empty Room” mediano tra inquietudine e melodia di stampo indie sulle tracce dei mitici Go-Beetwens.
Nel frattempo la band ha dato alle stampe il secondo e altrettanto valido Ep “Rainbow Night”, che amplia e irrobustisce una formula già collaudata: in attesa dell’esordio sulla lunga distanza, i Casual Boots potrebbero rappresentare una nuova speranza per l’indie-pop (quello autentico) italiano, in questo caso dal respiro finalmente internazionale.
17/11/2023