Ellie Goulding

Higher Than Heaven

2023 (Polydor)
electropop, dance-pop

A volte è sufficiente un pizzico di onestà in più per far quadrare la situazione. Magari rendersi conto che non è il caso a questo giro di operare nuovamente per concept o di scavare nel proprio vissuto, e quindi realizzare un lavoro slegato da un'idea dominante, pop per il puro piacere di esserlo. In fuga da giustificazioni di ogni tipo, leggera come forse non lo era dal suo esordio nel 2010, Ellie Goulding si presenta con un quinto album che, a suo dire, è quanto di meno personale abbia prodotto. È una spersonalizzazione che però si abbina a un senso della costruzione popular che l'autrice britannica finora aveva agguantato a spizzichi e bocconi, di certo soltanto in momenti singoli. Col rinunciare alla patina indie/alt-pop che ha fatto il suo tempo, per "Higher Than Heaven" si rispolvera il migliore abito da festa, adeguato a brani che vivono della più schietta vitalità pop. C'è di che rallegrarsi.

Non si parla di certo di un capolavoro nel settore, occorre precisarlo sin da ora. Gli scivoloni rivedibili non mancano e a livello interpretativo la duttilità di Goulding non riesce spesso ad andare oltre una generale piattezza di fondo. Anche così però la scrittura rivela un'agilità insospettata, sfrutta al meglio la compattezza electro/dance del comparto sonoro, schivando allo stesso tempo gli accostamenti troppo spudorati alla maniera di Dua Lipa o le sponde alle costanti ondate house che popolano da anni le classifiche di Albione.
"Midnight Dreams" è già da subito un bel paradigma del rinnovato slancio dell'autrice, melodia che si impernia su un palleggiante basso funk e su belle sinusoidi sintetiche. Ancora più frizzante, "Cure For Love" trae forza dalla sua semplicità melodica per esplorare il lato più euro, schiettamente novantiano di Goulding, tutt'altro che impacciata anche in territori da disco-diva.

Prevedibile ma ben giocata la sponda rap nella collaborazione con Big Sean, per una "Easy Lover" che porta impressa la grana metropolitana della migliore Rita Ora, nella title track la costruzione avanza una soluzione melodica di stampo Ionna Lee, imperniata sul ritornello più memorabile della collezione. Certo, l'ennesimo tentativo di capitalizzare sull'onda lunghissima di "Blinding Lights" vede una "By The End Of The Night" risultare chiara sconfitta, e il lento electro "Waiting For It" ha dalla sua una povertà strutturale che gli ostinati canori finiscono con l'esacerbare. Quando però si trova in scaletta un momento quale "Love Goes On", bassi oceanici e mareggiate elettriche sotto la più trepidante delle dichiarazioni, trovi descritte perfettamente tutte le sensazioni che la copertina ben suggerisce.
I tempi di una "Love Me Like You Do" e di una "On My Mind" sono tramontati da un pezzo insomma, e non è il caso di rimpiangerli. Troppi ricambi nel mentre, troppe scosse telluriche ad aver segnato indelebilmente il passo: se anche Ellie Goulding non riuscisse più a ripetere gli exploit di un tempo (per quanto "Miracle" con Calvin Harris stia negando totalmente l'assunto), ha dalla sua la capacità di portare avanti il discorso di maturazione qui intrapreso, di rendere la sua penna ancora più curiosa e tagliente. Il gioco vale abbondantemente la candela.

15/05/2023

Tracklist

  1. Midnight Dream
  2. Cure For Love
  3. By The End Of The Night
  4. Like A Saviour
  5. Love Goes On
  6. Easy Lover (ft. Big Sean)
  7. Higher Than Heaven
  8. Let It Die
  9. Waiting For It
  10. Just For You
  11. How Long

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