Con "Anyway, Still" il musicista svedese Thomas Feiner conferma di voler affidare al progetto Exit North tutte le istanze del proprio percorso artistico.
Convalidata la formazione base, ovvero Charlie Storm, l'ex-Japan Steve Jansen e Ulf Jansson, con Seigen Ono ancora una volta responsabile della perfetta resa tecnica delle registrazioni, e con un apporto più ampio di strumentisti esterni - tra i tanti, Sven Lindvall, Artyom Minasyan, Niclas Rydh, Cornelius e Keigo Oyamada - la band prosegue nella ricerca di un chamber-pop dai toni austeri, impregnato di un romanticismo noir e strutturato con ambiziose partiture che assorbono elementi rock, classici e dream-pop, il tutto corrotto da un delizioso dualismo tra l'elettronica e il timbro naturale del pianoforte.
"Anyway, Still" è un album apparentemente monocromatico, un disco dalle infinite sfumature di grigio, anche se a spalancare le porte è un grintoso art-rock come "I Only Believe In Untold Stories", cadenzato con toni grevi, fiati, cori goth e distorsioni vocali da film horror-noir, un incipit più affine a certe scorribande dei King Crimson anni 90 che ai Rain Tree Crow, questi ultimi punto di riferimento costante delle poetiche e cinematiche ballate dai toni struggenti e surreali di Feiner e soci. Già a partire dalla successiva "Your Story Mine", infatti, a dominare sono raffinate e romantiche armonie a lenta combustione in stile David Sylvian/Scott Walker.
Le tracce indugiano su riverberi sonori ed eterei spazi semivuoti, dove si agitano i fantasmi di vecchie canzoni marinaresche con synth e fiati che sbuffano come antichi vascelli ("The Unforeseen"). Di rado il rigore lirico viene stracciato da fugaci suoni noise che ne accentuano il tono grottesco ("A Battle Cried"). Ulteriori concessioni al pop e all'elettronica creano le premesse per accattivanti oasi pop-rock dai toni epici ("Bled Out"), ma alfine l'essenza della musica degli Exit North resta racchiusa nei distillati di note delle partiture piano e voce di "The Signal" o nella pregiata cura del dettaglio che contribuisce a rendere avvincenti gli oltre sei minuti di "Where the Coin Fell".
Gli Exit North hanno l'ardire di rendere materia organica e viscerale le rigorose trame della musica minimalista, tendendo a una perfezione più consona a una partitura orchestrale ("With All the Indifference"). Thomas Feiner predilige però una garbata imperfezione e malleabilità ("In The Game"), concentrando l'attenzione su un potente lirismo che non appare mai altezzoso e sproporzionato.
"Anyway, Still" è molto di più di conferma delle già note qualità di Thomas Feiner: consiglio un ripassino anche del precedente progetto sotto il nome di Opiates. Con il secondo album, gli Exit North entrano con forza tra i nomi da tenere d'occhio per il futuro ma anche per il presente.
04/06/2023