Fleshvessel

Yearning: Promethean Fates Sealed

2023 (I, Voidhanger)
death-metal, prog-metal

I chicagoani Fleshvessel appartengono a una nicchia del prog-metal che allarga all'estremismo quanto a prestiti extra-rock (classica, folk e jazz). È un territorio di confine abitato da formazioni simili più nelle ambizioni che nei risultati, dai brasiliani Papangu agli esperti Liturgy, dai più recenti Ashenspire agli ambiziosi Imperial Triumphant, fino a ritornare ai Kayo Dot e agli storici Phlebotomized. Tutte utilizzano una strumentazione estesa, sfruttando il metal come collante di composizioni inclini a lunghe deviazioni stilistiche, spesso estese, complesse e disorientanti.
I Fleshvessel hanno chiarito i loro intenti già con l'Ep d'esordio "Bile Of Man Reborn" (2020), un colosso di 25 minuti che unisce una pasta death-black con feroci dissonanze, voli pianistici, intermezzi fusion, assoli chitarristici, struggenti melodie di violino che portano a tensive musiche da camera e tanto altro. Questo "Yearning: Promethean Fates Sealed" deve confermare quell'ambizione in un formato esteso.

Costruito intorno a quattro composizioni lunghe, inframezzate da tre interludi strumentali buoni per riprendere fiato, amplia la strumentazione, definendo un'atipica orchestra da camera: cuatro puertorriqueño (una specie di chitarra) e phin tailandese (un liuto a forma di pera); un assortimento di fiati, compresa un'ocarina; clarinetto, pianoforte, glockenspiel, varie percussioni, campane assortite, un'arpa e tanto altro ancora ad accompagnare i canonici basso-chitarra-batteria-voce.
"Winter Came Early" (11 minuti) apre con pianoforte e viola dolenti, esplode in un death-black feroce e si riconfigura come fantasia bucolica (!), sospinta dalla viola verso un folk-black-metal con
growl e chitarre dissonanti; nella tempesta ritmica trova spazio una melodia tremolante di synth che, chiusasi, apre a una danza diabolica di folk-metal cameristico di soverchiante intensità.

"A Stain" (12 minuti) fa serpeggiare minacciosamente una melodia orientaleggiante prima di mitragliare un death-metal con accelerazioni di matrice black che si schianta in un intermezzo fusion culminante in assalti supersonici; ridotta al silenzio, zoppicando in un jazz-metal asimmetrico, la composizione trova una guida nel recitato baritonale di Moonspell-iana memoria, prima di lanciarsi in un climax di death-metal cameristico, culminante in un lungo assolo di synth.
"The Void Chamber" (11 minuti), con i legni sognanti ad aprire, ha anch'essa dei momenti imprevedibili: un mefistofelico balletto folk-metal lascia il passo a una tromba ubriaca; una brulicante musica caraibica si contrappone a un brutale assalto di death-black dissonante; un desolato canto lirico si staglia su un assolo da metal classico mentre sotto frulla una doppia-cassa a velocità folle.
"Eyes Yet To Open" (17 minuti), che dovrebbe essere il gran finale, imbastisce nella mattanza iniziale un balletto frenetico ma poi si attarda nell'ennesimo attacco d'estremismo metallico, sfociato in una lunga e banale parentesi cosmica e una fantasia melodica che dalla
fusion giunge al cameristico non senza difficoltà; si chiuderebbe tutto in un fusion-metal virtuosistico dopo 15 minuti ma, per voler strafare, arriva una coda pianistica.

I Fleshvessel sparigliano più volte le carte del loro prog-metal estremo, regalando soluzioni atipiche e sorprendenti. A volte suonano fin troppo disgiunti, prolissi e autocompiaciuti, dei vizietti tipici degli ambienti più sperimentali del metal (ma anche del rock) più cerebrale. "Yearning: Promethean Fates Sealed" riesce comunque a far prevalere la sua dirompente fantasia sui propri limiti, delineando un viaggio sonoro con pochi punti di riferimento certi, che avrebbe sicuramente goduto di testi più ispirati e di un'estetica, a base di morte e dolore, un po' meno frusta.

07/09/2023

Tracklist

  1. Winter Came Early
  2. Promethean (Vignette I)
  3. A Stain
  4. Fates (Vignette II)
  5. The Void Chamber
  6. Yearning (Vignette III)
  7. Eyes Yet To Open

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