Memestetica è il nome che ha scelto Valentina Tanni per raccontare, nell’omonimo libro, l’arte del nostro tempo, dove i precetti delle avanguardie storiche arrivano a noi allegramente distorti, in una chiave weird. Dice l’autrice, “da Marchel Duchamp a TikTok”, ed è una frase che potremmo estendere anche ad altri contesti online molto affollati ma forse un po’ meno mainstream quali Reddit, Discord, 4Chan. Internet è il vero contenitore dell’arte contemporanea e anche alcuni musicisti vivono della Rete, e non solo nella, com’è il caso di Gazebelle Gaburgably, della quale poco si conosce se non la sua, appunto, internet persona che spunta sui vari Bandcamp, Spotify, SoundCloud e simili.
Per descriversi su Spotify ha scritto semplicemente una serie di lettere e numeri a caso. Su Instagram pubblica foto (sue?) di una ragazza con i capelli lunghi e lo sguardo sonnolento, alternate a immagini coloratissime, gloriosamente fuori di testa, tra cui chitarre elettriche piene di adesivi di cuoricini e smiley. Come spesso accade per la nicchia dell’internet-core, cioè di quei musicisti che sul web proliferano senza sostanzialmente avere una vita fuori dalla Rete, anche Gazebelle ha pubblicato già molta musica: sei album dal 2020, di cui l’ultimo è questo “Gaburger”, presentato da una psichedelica copertina a base di hamburger e lumache.
Introdotto da uno scherzetto chiptune, è un album pieno di chitarre distorte, come sottolineano il pop-punk esaltato e compresso di “Heads Up” o quello più malinconico di “Predictable Shame”, ma che non disdegna i synth e le armonie vocali vintage (“Slime”). A funzionare sono le molte melodie vocali, costruite in modo solo apparentemente sgangherato, come dimostra l’armonizzazione di “Inside Her” o l’oscuro alone gotico di “Believe”. Quando rinuncia un po’ all’elettricità, come in “Adam And Eve”, Gazebelle Gaburgably si dimostra credibile anche come interprete più pensosa e cantautorale. Una sfumatura hip-hop (“Reaper Weekend”), un’altalena grunge (“You’re Right”) e un numero electroclash (“Quarter Pounder”) conducono alla lunga “Birdbath”, una traccia di quasi otto minuti che dovrebbe concludere in grande e invece s’impantana in una lunga coda malinconica, peraltro malamente accoppiata con un superfluo pop-punk conclusivo (“It’s Over”).
Come i meme, la musica in scaletta si appropria di elementi diversi per riassemblarli e declinarli in modo inaspettato. A uno scheletro di rock alternativo novantiano si accostano fiammate noise-rock, spinte elettroniche, voci pesantemente filtrate e distorte, melodie sognanti e malinconiche, intimismi cantautorali e citazioni inaspettate. Rimbalzando tra Weezer e Beck, Cake e Dinosaur Jr., Blink182 e Wavves in modo imprevedibile, "Gaburger" suona irresistibilmente orecchiabile senza diventare troppo scontato, prestandosi ad ascolti ripetuti, anche integrali se si riesce a pazientare un po' sul finale, un po' prolisso, della scaletta.
07/09/2023