Il cerchio, appunto. Sin dalla copertina, è la figura dominante di questo Ep d'esordio firmato Guinevere. Il cerchio ideato dallo scultore Mario Staccioli in una delle sue installazioni di land art, vestigia di un futuro perduto che potrebbero appartenere alle scene di "Last And First Men" di Jóhann Jóhannsson. Ma anche il cerchio del titolo ("Running In Circles"), quello che tutti noi inseguiamo ogni giorno, nella nostra corsa per adeguarci alla società dell'essere performanti.
A questo moto di accelerazione, la musica di Guinevere contrappone la contemplazione, quasi come un atto di guerriglia spirituale. La libertà di indugiare, direbbe Byung-Chul Han, di abitare le cose. Un sussurro, una nota di pianoforte. La melodia dell'iniziale "The Waves Are Calling Us" che si srotola con lentezza, gli archi che la abbracciano e la accompagnano con un andamento dal sapore cinematografico. La voce è morbida come una promessa, pronta a incendiarsi ai bagliori del tramonto.
L'arpeggio di "Setting Of The Sun", nitido e immacolato, riporta alla memoria l'Emiliana Torrini di "Fisherman's Woman", per poi vibrare sull'onda di orchestrazioni più elaborate, in cui i fantasmi del Laurel Canyon vanno a intrecciarsi con le incantagioni dei Fleet Foxes. Il disco del sole - ancora un cerchio - si immerge oltre l'orizzonte: "How small are we/ Compared to this?", si interroga Guinevere mentre scorrono le immagini del video girato con Dana Tescari, un sogno arcaico popolato di naiadi e grotte rocciose e abissi marini. "Why do we live? Where does it lead? Are you gonna feel free when I touch you?".
Il tocco dell'altro, ecco l'altro grande tema di queste canzoni, la possibilità di superare l'estraneità che ci tiene distanti. Guardare gli altri negli occhi, come tra le reminiscenze radioheadiane della sinuosa "Whirlpools", smettere di essere ciechi. Riscoprire uno sguardo che, per usare le parole della cantautrice milanese (ma di animo cosmopolita), "indaga timido il mondo e che con coraggio si mette in discussione, aprendosi alla possibilità che forse qualcosa di nuovo e di diverso può ancora permeare la realtà".
Non fa mistero del suo amore per i Beatles, Guinevere, e lo si sente bene nel modo in cui il brano che dà il titolo all'Ep, "Running In Circles", va ad acquistare una leggerezza tutt'altro che spensierata, fino a sciogliersi tra i riflessi di una tromba. C'è una ricerca, nelle sue partiture, che tradisce un'indole sofisticata eppure mai gratuitamente pretenziosa, anche grazie alla produzione di Matteo Pavesi (già alla consolle con cantautrici come Alice Phoebe Lou e Eugenia Post Meridiem). Così, nell'epilogo di "Night Till Dawn", il piano di Alessandro Guarneri tratteggia una pièce strumentale dall'afflato classicista, andando a ricongiungersi alle note di apertura dell'Ep. Circolarmente, è ovvio. Dolce invito a non accettare la schiavitù del tempo lineare.
(17/03/2023)