Con "Every Acre", Heather McEntire completa quel processo di evoluzione ed emancipazione artistica intrapreso dopo aver lasciato la band dei Mouth Mariah.
Il terzo album solista della cantautrice americana è uno dei dischi spartiacque tra due mondi contigui, un lavoro che della tradizione country preserva quel naturale e profondo rapporto con luoghi e memorie - un ruolo importante è infatti affidato ai tanti artisti della Carolina del Nord che collaborano al progetto - e nello stesso tempo raccoglie tutto quel che è stato seminato dagli anni 70 fino ad oggi, attraverso la contaminazione con la musica rock e psichedelica.
Con questa prospettiva, H.C. McEntire si inserisce in una tradizione che parte da Lucinda Williams e giunge ai giorni nostri attraverso la potente personalità di autrici come Angel Olsen. In questo turbinio di suggestioni e tematiche forti e modernamente femminili - omosessualità, depressione, sofferenza, compassione - H.C. McEntire intercetta corpose strutture country-rock-blues stile Band ("Soft Crook"), graffi chitarristici degni del miglior Neil Young ("Turpentine", "New View") e tracce di psych-rock dal tono ruvido che consolidano quel legame emotivo con i Led Zeppelin ("Rows Of Clover"), già accennato nel precedente album "Eno Axis" con l'eccellente cover di "Houses Of The Holy".
"Every Acre" è il disco melodicamente più potente e maturo dell'artista, per nulla incline al mainstream, pur raccontando di temi come amore, sesso e religione che sono materia comune del moderno cantautorato femminile.
Prodotto dalla stessa McEntire con l'aiuto di Missy Thangs e Luke Norton, l'album predilige un passo lento, languido, quasi soft-psych (la quasi pinkfloyd-iana "Big Love"), una scelta che va a vantaggio della natura più strettamente poetica delle canzoni, mettendo a nudo un'anima soul e mistica che è sempre più radicata nella musica country ("Dovetail").
Non mancano pagine più ardite o quasi sperimentali, come la scarna e sofferta "Wild For The King", sorretta da un corpo ritmico ossessivo, minimale e cupo, che chitarra, organo e pedal steel provano a contaminare di languida dolcezza senza del tutto riuscirci.
"Every Acre" è un disco che si può definire ora romantico, ora erotico e sensuale, una raccolta di canzoni che onora la tradizione letteraria e poetica americana, una moderna lettura della filosofia on the road dove protagonista è il mondo interiore di una donna gay che non rinuncia al legame spirituale e carnale con la propria terra ("Gospel Of A Certain Kind").
(15/03/2023)