Pubblicato a un solo mese di distanza da “1901”, il secondo capitolo del nuovo progetto degli svedesi Melody Fields, “1991”, è essenzialmente concepito sulle infinite possibilità offerte dal brano “Jesus”. Snake Bunker, Al Lover, Human Language e Goat si sono cimentati con altrettanti remix del brano, reinventandone canoni e timbriche, lasciandone inalterato il potente richiamo melodico.
Nelle mani di Snake Bunker il brano si colora di eleganti sfumature disco e di un'enfasi che ben giustifica il nuovo titolo, “Hallelujah”. Più graffiante il groove messo a disposizione dal produttore e dj americano Al Lover per la rilettura in chiave acid-disco intitolata non a caso “Jesus Lover”. Al misterioso Human Language è affidata la versione più meditativa e oscura del lotto, mentre i Goat stravolgono le regole del gioco, spostando l’asse del brano su note di piano intorno alle quali si dispiega un variopinto corpo vocale e strumentale, tessuto da sax, cori maschili e femminili e felpati tocchi chitarristici, che nell’insieme offrono una versione più sensuale e intrigante.
Il resto dell’album viaggia sulle coordinate del progetto principale, tra citazioni di Primal Scream (“Bhagavana Najika Cha”), Happy Mondays (“Blasphemy”), Lush (“Diary Of A Young Man”) e Brian Jonestown Massacre (“Dandelion”), che si susseguono senza alterare la natura di curiosa appendice a “1901”.
30/11/2023