Sembra di tornare indietro di 10-12 anni, nell'ascoltare questo "Growing At The Edges", o forse più - a quando queste stratificazioni di strumenti acustici, che davano senso e spazio alle rappresentazioni ambientali e bucoliche dei testi ("Wasteland Companions"), andavano per la maggiore.
Questo album, il sesto della carriera della band, segue di diversi anni il precedente e attraversa tutto il periodo pandemico e post, donando una dimensione più composta e compiuta alla sua musica. Qualcosa dello stupore cosmico e dell'elettronica primitiva dei Midlake più giovani si trova in "Winter Sun, Cloudless Sky", uno dei diversi brani strumentali di un disco che basa molto sulle atmosfere e sull'aspetto ambientale il suo fascino (il lento dischiudersi di "Signal To Bloom").
Lo spirito di "Growing At The Edges", comunque, sfugge a qualsiasi intellettualismo o alla malinconia forzata di altre proposte simili, rifacendosi semmai a un'Americana ragionevolmente compassata e priva di troppi spigoli ("Little Ways", "Untying A Knot").
La scrittura del disco è di per sé, appunto, piuttosto semplice (la title track), ma impreziosita da un contesto d'arrangiamento ben congegnato ("Remembering A Dream", l'ottima "Wasteland Companions", che può ricordare i primi Leisure Society). In generale, una uscita eccellente, forse la più riuscita della band finora.
13/11/2023