Trond Kallevåg

Per il suo terzo album, il chitarrista Kallevåg ha messo insieme una band stellare di giovani e giovanissimi musicisti dell’incontenibile scena norvegese: la chitarrista e violinista Selma French (Masåva, Morgonrode); la giovanissima chitarrista e fisarmonicista Daniela Reyes, autrice di un delizioso album indie-rock pubblicato su Grappa nel 2021, “Engangsdager”; il violinista, nonché polistrumentista, Håkon Aase (Sjøen, Filosofer, Jinchūriki, Slow Is The New Fast, Time Is A Blind Guide, Yūgen, Silent Fires); il bassista Jo Berger Myhre (Nils Petter Molvær, Splashgirl, The Island Band); e il batterista Ola Øverby (Trondheim Jazz Orchestra). Tutti musicisti norvegesi già in luce in diversi progetti non solo jazz.

L’album dura poco più di mezz’ora. Si apre e si chiude con due brevissime composizioni della durata di poco più di un minuto l’una: “Første amerikabrev” (la prima lettera all’America) e “Siste amerikabrev” (l’ultima lettera all’America). “Fargo” è un omaggio neanche troppo mascherato all’immaginario dello sterminato sud-ovest degli Stati Uniti: sembra di ascoltare i Calexico rileggere il repertorio western di Morricone. “Québec” è la fine del viaggio, un’apparizione stracolma di gioia e mistero: la slide del padrone di casa oscilla tra un ritmo in levare e una sincope jazz, ubriaca di rhum e cola. Daniel Lanois se ne innamorerebbe all’istante.

Trond Kallevåg trova nella melodia solare di “Amerikalinjen” la sintesi tra il folk nordico della sua Norvegia e quello raccontato nei dischi di Ry Cooder e Bill Frisell. “Amerikabåten esplora la mia profonda ammirazione e la mia fascinazione per la cultura americana e il viaggio di trasformazione a bordo delle navi americane, quando innumerevoli norvegesi attraversavano l'oceano verso l'America fino alla metà del XX secolo. Era un periodo in cui il mare forniva un santuario liberatorio per gli individualisti e per coloro che non si conformavano, compresi i nuovi religiosi e i senza legge”.

15/11/2023