Vorso

Holonomy

2023 (Inspected)
drum'n'bass, edm, neurofunk

Il colossale esordio di Tom Slattery in arte Vorso, il totalmente strumentale “Holonomy”, è un’esperienza immaginifica, che lascia il tempo e lo spazio all’ascoltatore per costruire nella mente mondi alieni e geometrie imprevedibili. Arrivato dopo una lunga serie di singoli, collaborazioni ed Ep, trova nei suoi 91 minuti divisi in 20 brani le traiettorie per unire la drum’n’bass più oscura e frenetica a scorie house e techno contaminate da radiazioni funk.
La costruzione di cattedrali elettroniche, che è l’elemento centrale dell’intero album, avviene con un lavorio costante sui ritmi, i timbri e la dinamica, mettendo insieme un arsenale sconfinato di effetti digitali e ammiccando all’estetica glitch nonché ispessendo alla bisogna gli arrangiamenti con synth atmosferici e, più raramente, elementi melodici.

Più che uno sterile campionario di tecniche di produzione, però, è un viaggio in un mondo futuristico e minaccioso, iniziato non a caso da “Badlands” e dalla sua atmosfera thriller, con i break che si rifrangono nello spazio con echi e riverberi spettacolari e alieni. La continuità sonora con “Business As Usual”, inizialmente più pacata ma poi innervata da distorsioni violente, conduce al balletto robotico di “Staycation”, una sorta di Kraftwerk iperattivi che rileggono “The Model” per la frenesia dell’hyper-pop.
Chiusa la prima sezione della scaletta, lo scenario distopico è addolcito da un passaggio in discoteca (la disco androide di “Coastline Paradox”; l’house molto funky di “Facets”; la techno di “Power Through”), prima che Slattery ritorni a deformare ritmi, melodie e linee di basso su “Weirdzone” e “Arps”, quasi a voler strappare il tessuto stesso dei brani, a scoprire i circuiti dietro le composizioni, a vagliare il confine dei software che permettono di comporre, oggigiorno, musica elettronica.

Una coppia di brani più lineari, per quanto sofisticati, funge da distensione prima di avventurarsi nel buio terminale delle notti di Burial (“Dockyards”), fluttuare nello spazio tra minacciose tempeste di detriti ritmici (“Holonomy”) e lanciarsi nel massacro drum’n’bass di “Shroud”, otto minuti di frenesia malinconica che aprono su paesaggi desolanti.
Dopo averci abbandonati nella solitudine apocalittica con la quale si apre “Listening Station”, il viaggio ci riconduce verso lidi meno ostili (“Searcher”) ed emotivi (“Tricks”; “The Lighthouse”) e si conclude con il contatore Geiger e la chitarra di “Penrose Staircase”, una sinfonia cosmica che, spezzata da un sussulto drum’n’bass, sfuma in un mostruoso nulla.

L’equilibrio in un album dalle proporzioni ciclopiche come questo è reso possibile dall’alternarsi di brani più immediati, sempre elgantemente curati nei dettagli e arricchiti da variazioni interne e deviazioni più o meno imprevedibili, con le composizioni più creative e immaginifiche, capaci di spingere assai sulla complessità delle produzioni, proponendo soluzioni spesso angoscianti e ipercinetiche. Certamente i vari Amon Tobin, Squarepusher, Aphex TwinBurial sono punti di riferimento per questo tipo di riletture sofisticate dell’elettronica da ballo ma, anche al netto di questi evidenti debiti d’ispirazione, l’album d’esordio di Vorso è un viaggio che accompagna la mente ai confini dell'immaginazione.

10/11/2023

Tracklist

  1. Badlands
  2. Business As Usual
  3. Staycation
  4. Chef's Suggestion
  5. Coastline Paradox
  6. Facets
  7. Power Through
  8. Weirdzone
  9. Arps
  10. Big Drum
  11. Palindromes
  12. Dockyards
  13. Holonomy
  14. Shroud
  15. Listening Station
  16. Offshore Platform
  17. Searcher
  18. Tricks
  19. The Lighthouse
  20. Penrose Staircase

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