AA.VV.

Dunque la “famosa etichetta Trovarobato” compie vent'anni. Ed è difficile non guardarsi un istante dietro le spalle, invogliati dal desiderio di un’istantanea di quante cose sono accadute da allora. Nella musica e nel mondo, ma anche in quella parte emotiva, istintiva, sensoriale che dedichiamo all’ascolto della musica.

La Trovarobato nasce nel 2004, come ragione sociale legata a una delle voci italiane più indipendenti che si possano pensare. I Mariposa. Un collettivo, un’oasi pacifista e litigiosa, sovrabbondante e autoreferenziale, smarrita e conferenziera, in cui sono passate e passeranno solo belle persone incuranti degli schemi. Erano gli anni d’oro dell’indie italiano ed era bello viversi una bolla in cui sospendere temporaneamente la consapevolezza che si stesse tutti “cadendo verso un fondo gelido”, per dirla con le parole, che appartengono anche al titolo di un disco, di Iosonouncane, cioè di uno degli artisti che con maggiore continuità hanno condiviso il proprio percorso con l’etichetta e la sua linea editoriale.
A Valencia c’era il Festival di Benicassim e il mare e il vento sembravano amici. Anche il Mi AMI di Milano, nato l'anno dopo in un ex-ospedale psichiatrico, sembrava, oltre che un Festival, una festa per conoscere e riconoscere volti, o, per l'ennesima volta, l'utopia di potersi riappropriare di spazi da riservare a qualcosa di immateriale. E certo. Stava già tutto accadendo e non è che non lo sapessimo.

Celebrare i vent'anni di una etichetta come la Trovarobato non è un gesto nostalgico, ma una ricognizione di anticorpi, assodato quanto, allo stato attuale, avere anticorpi sia particolarmente necessario. Non solo Iosonouncane, ma il caso Daniela Pes, il cantautorato multicodico di MusicaPerBambini e quello apocalittico dell'ottimo Dino Fumaretto, il rap culturale di ZonaMC, le fantasie etnopsichedeliche di C+C=Maxigross, la post-elettronica di un producer talentuoso come Alek Hidell, la ricerca sonora e vocale di Vieri Cervelli Montel e Kiwi 666. Questi, oltre ovviamente ai Mariposa, sono solo alcuni dei tanti nomi che attraverso la Trovarobato hanno divulgato la propria creatività. Anche in questo caso artisti e persone insieme ai quali guardare oltre “il fondo gelido”, visto che (fidatevi, fidiamoci) un orizzonte per la “troppa musica” che amiamo ascoltare ci sarà sempre.

In questo secondo volume di “Musica, troppa musica” (il primo era del 2012) troverete tanti dei visionari usciti negli anni per l’etichetta bolognese, alcuni dei quali presenti con outtake o rarità a rendere più appetibile l’ascolto.
La raccolta si apre anzi con un inedito dei Mariposa, "Pietre preziose", sette minuti di avant-folk che ci riportano, come succede talora nella produzione del collettivo, alle atmosfere degli Stormy Six. E’ un inedito anche il pezzo regalato da Iosonouncane, “Armiamoci e Partite”, “un brano che scrissi per “La Macarena su Roma”, il mio primo disco, e che decisi di escludere a mixaggio iniziato. Ho deciso di pubblicarlo senza alcun intervento o correzione, così come la abbandonai allora, riportandola alla luce come un oggetto a suo modo d’antiquariato”. Ed è da segnalare anche il pezzo di MusicaPerBambini, “Sei brutta”, dadaista e politically uncorrect, che cita “Dieci ragazze” di Battisti, Alessandro Canino e PoP X.

La cosa nuova che ci ha affascinato di più, in questa ora e mezza abbondante di musica, sono i dieci minuti di “A Diosa (No Potho Reposare)”, la meravigliosa composizione di Giuseppe Rachel, scritta nel 1920 sui versi del poeta avvocato sarulese Salvatore Sini e divenuto nel tempo un classico del folklore sardo. Il cantautore Vieri Cervelli Montel ce ne offre una revisione appassionata e ipnotica, come nel suo stile. Nel frattempo Trovarobato ha preannunciato un nuovo talento, quello di Gaia, come l’inizio di una nuova “grande storia” e i prossimi vent'anni sono già cominciati.

12/11/2024