Uno dei generi meno praticati in Italia è senz'altro il folk-blues con venature psichedeliche. Non saprei spiegare il motivo, ma tra rock mainstream, pop elettronico, trap e hip-hop, i dischi psych-folk registarti nel nostro paese (un genere che in tante parti del mondo non è così di nicchia) sono certamente minoritari. In questo fanno eccezione i Black Snake Moan di Marco Contestabile, che con il nuovo album “Lost In Time” proseguono una carriera all’insegna degli scenari folk-blues desertici dalle tinte tipicamente americane.
Se “Phantasmagoria” (2019) era stata una promessa, “Lost In Time” ne è il mantenimento fedele, con sentori desert-rock costantemente presenti, brevi cavalcate folk e blues scarni con contaminazioni orientali (“Light The Incense”). Come anche negli album precedenti, il legame con la musica anni 60 è sempre forte, ad esempio quello con i Doors di Jim Morrison nelle tastiere di “Come On Down”, o quello con i Byrds di brani brevi come “Sunrise” o “Goin' Back”.
L'America profonda emerge chiaramente in “West Coast Song” e in certi momenti la sensazione di essere davvero lì è percepibile. Nulla di particolarmente nuovo, ma Marco Contestabile si dimostra capace di scrivere melodie accattivanti creando un paesaggio sonoro credibile. Non è poco.
11/06/2024