Manchester è una città dalle consolidate corrispondenze con la musica pop-rock inglese, a volte più rilevanti di quelle della Swingin’ London - dai 10cc agli Autechre, da Andy Gibb a Peter Hammill, dai fratelli Gallagher ai Theatre Of Hate, dai Joy Division agli Smiths. Nonostante ciò, è strano e insolito immaginare legami della città inglese con la scena folk, un ambito creativo accogliente e poco affollato, luogo perfetto per le stravaganti ed eteree sonorità di Caoilfhionn Rose (pronuncia corretta Keelin Rose).
L’esordio della giovane pianista e autrice (“Awake”, 2018) aveva convinto per le doti vocali e per una sensibilità dream-folk imprevedibile, ma nel successivo “Truly” tutti gli elementi sono andati al posto giusto, grazie anche al supporto di Matthew Halsall (musicista ma anche proprietario dell’etichetta discografica Gondwana) e del marito di Caoilfhionn, il chitarrista e coproduttore Rich Williams.
Con il terzo album “Constellation” l’autrice dimostra di voler ampliare la personale dimensione artistica, una scelta che trova supporto anche grafico grazie a Daniel Halsall, artista già responsabile di molte copertine della produzione della Gondwana Records, coinvolto a pieno titolo come designer dell’intero packaging degli ultimi due album della musicista di Manchester.
Alla raffinata elaborazione grafica delle copertine corrisponde una musicalità di egual spessore. La natura esplorativa e sperimentale della musica dell’artista inglese è foriera di inattesi slanci creativi: alle prime impronte dream-folk è subentrata una struttura art-pop solida e intelligentemente colta.
Le composizioni sono più simili a mosaici: accordi e melodie sembrano frutto di collage, avvolti da sonorità eteree, ricche di echi e riverberi, fluenti anche quando la struttura ritmica offerta da basso e batteria appare rigida.
La voce di Caoilfhionn è sempre più simile a uno strumento, qualità che oltre ad attirare il patron della Gondwana, Matthew Halsall, avevano già stimolato l’interesse di Vini Reilly, che per l’ultimo album dei Durutti Column ("Chronicle Xl” 2014) l'aveva scelta come protagonista di ben quattro brani. Ulteriore motivo di curiosità e interesse è offerto dalla presenza di musicisti come Jordan Smart dei Mammal Hands e il pianista John Ellis, membro fondatore della Cinematic Orchestra.
La leggiadria ambient-folk di “Rainfall”, l’elegante e ingegnosa geometria pop-jazz di “Simple” e l’affascinante spiritualità pagana di “Wandering Mind” convincono più di qualsiasi gioco di parole io possa inventare per incuriosirvi.
“Constellation” è un disco che celebra la magia della natura, attraverso fisionomie sonore che catturano elementi jazz, folk, classici e ambient per elevarli a una dimensione ultraterrena.
Il dialogo a tre voci di “Drifting Dust”, dove piano e tempi ritmici jazz intercettano il canto senza parole, l’incantevole magia eterea di “Josephine”, il mistico fluttuare cosmic-jazz di “A Light In The Middle” e l’ebbrezza psichedelica che si impossessa dell’ipnotica “Another Sky” sono solo alcune delle piccole perle di un disco che non ha molti equivalenti nella produzione contemporanea. Un concentrato di talento e ispirazione che merita la vostra attenzione.
11/08/2024