C’è vita e un’anima leggermente soul nel secondo album dei Carolina Lee: quartetto di Berlino capitanato dalla vocalist e autrice Nadja Carolina, che dopo continui annunci e rimandi ha visto la luce sul finire dell’anno, il 20 dicembre.
“It’s Still Now” è un album che con fare sbrigativo può essere catalogato come un disco dream-pop, vuoi per un tono intimistico che trova supporto in vellutate ed eleganti movenze ritmiche (“Savy Heart”), vuoi per le arie soft-folk tinteggiate di sonorità retrò (l’organo in “Change Of Mind”) o per le reminescenze sonore in stile Cocteau Twins/Durutti Column di brani come “One More Day” e “A Walk In The Park”.
Registrato in una casa di campagna e caratterizzato da arrangiamenti tanto gradevoli quanto minimali, il secondo disco dei Carolina Lee non offre nulla di rivoluzionario o inedito, di lavori come “It’s Still Now” è ricca la produzione contemporanea, ma è difficile e poco onesto negare alla voce di Nadja una personalità vocale capace di elevare la tensione emotiva.
Il timbro dream-soul ricorda Joan Wasser e dispensa per tutto l’album una quantità di suggestioni sufficienti a garantirgli più di un ascolto, grazie alla sobrietà e alla buona scrittura delle otto tracce.
Alcune volte sembra di incrociare il lato più romantico dei Mazzy Star (“Ahead Of Me”, “Letting Go”), anche se la linea guida resta quella di un dream-folk tratteggiato di soul (“Seven”), ben calibrato ed eseguito con un’attitudine psichedelica tipicamente anni 70 che ne esalta la grazia.
17/05/2025