Accantonati i clamori sollevati da parte di eminenze grigie della psichedelia come Julian Cope e dalle recensioni a cinque stelle di alcune testate di un certo rilievo, i Causa Sui non hanno mai deluso le attese dei loro fan più fedeli. Con una serie di album dalle sorti alterne, la band danese si è districata abilmente tra il rock psichedelico degli Hawkwind, certe sonorità hard-blues post-Jimi Hendrix, scampoli di kraut-rock e musica cosmica idonea all’amalgama da jam-session delle loro performance live.
L’attenzione degli appassionati è però man mano scemata fino a confinare la band ai margini degli interessi di pubblico e critica. Sarebbe però ingiusto negare all’ultimo album "From The Source" il meritato rilievo, seppur tardivo a causa della sempre più elevata mole di prodotti discografici degli ultimi tempi.
A vent’anni dall’esordio, la band danese sembra aver ritrovato l’energia essenziale per restare ancora saldamente ancorata a un suono erosivo e fluido, che resta potente soprattutto nella sua dimensione live.
Il trittico della prima facciata conferma l’attitudine di performer dei Causa Sui: l’album è stato registrato direct-to-tape, quasi ventitré minuti free-form che scivolano tra pregevoli mix di progressive e stoner-rock in chiave psichedelica (“Sorcerer's Disciple”), accenti blues abilmente espansi da flussi post-rock e jazz (“Dusk Dwellers”) e un suono più cupo, greve e sagacemente ossessivo (“The Spot”), che anticipano le meraviglie del secondo lato del disco.
“From The Source” è un album che ha tutte le ragioni per essere suddiviso in lato A e lato B, come accadeva negli anni 70. Una delle facciate (in questo caso la seconda) è occupata da un solo lungo brano che funge da vero e proprio centro nevralgico. “Visions Of A New Horizon” è senza dubbio una delle migliori composizioni della ventennale carriera dei danesi, l’incastro tra momenti melodici più descrittivi e furiose fughe hard-rock-psych è al limite della perfezione sia tecnica che emotiva: una suite che si basa su sette composizioni ben definite che evolvono sonorità progressive verso toni più abrasivi con la chitarra in primo piano, prima di dare spazio a uno dei momenti più suggestivi dell’album, dove spadroneggia il suono del mellotron, strumento che detta le coordinate delle successive fasi della suite.
Il susseguirsi di momenti più riflessivi e granitici riff rock, che anima i ventiquattro minuti di “Visions Of A New Horizon”, è frutto di un rinnovato slancio creativo, che coinvolge ognuno dei membri della band. Il rock psichedelico dei Causa Sui è genuino e corroborante, vibrante e viscerale, e ben lontano da quella routine che ha in passato caratterizzato alcuni album della band danese.
Se questa sia una rinascita o solo un momentaneo stato di grazia, non è dato sapere, ma “From The Source” è un disco che riesce a tenere abilmente la routine fuori dai giochi. Negargli attenzione non è né giusto né sensato.
15/02/2025