I quattro anni che hanno preceduto la pubblicazione del nuovo album di Conchùr White sono stati così ricchi di allettanti premesse da far temere una parziale delusione. Per fortuna, il tempo trascorso in tour al seguito di John Grant, John Cale e Villagers ha permesso al cantautore irlandese di calibrare al meglio le non sempre agevoli armonie agrodolci tipiche della musica pop. "Swirling Violets" può in verità essere considerato al pari di un esordio (il primo album "A Note Of Joy" è rimasto appannaggio di un ristretto nugolo di fan). Le undici tracce possiedono tutta quell'energia e quel candore tipico di un debutto.
Conchùr White non fa mistero dell'influenza di gruppi come Midlake e Bleachers, altre non dichiarate (Father John Misty, Sufjan Stevens, Bon Iver ecc.) sono citazioni al tal punto garbate da non turbare la riuscita del progetto. Melodie fluide e pastose dialogano con eleganti e gentili uptempo, le armonie figlie del folk-pop e di una nostalgica vena West Coast, passano dai barocchismi del chamber-folk all'eterea magia del dream-pop, senza mai cedere a un superficiale romanticismo.
Nel pieno rispetto di un album ricco di canzoni dai testi fortemente introspettivi, Conchùr White mette subito in equilibrio tematiche inquiete ("respirare la santa morte, il finale più puro e dolce") con uno spensierato uptempo ("Holy Death") e inietta una giusta dose di soul nell'elegante groove elettro-soul di "Righteous (Why Did I Feel Like That?)".
Tutto quello che accade dopo sono intelligenti divagazioni sul tema, con inni pop tipicamente sixties grondanti un romanticismo agrodolce ("The Woman In The War") e canzoni abilmente strutturate, con pause e slanci sonori che donano un crescendo emotivo avvincente ("Red House Parlour").
Come in ogni buon album di pop cantautorale ci sono momenti di pura magia, brani dove tutto scorre con una naturalezza impressionante: l'avvolgente e leggera nostalgia di "501's" e la raffinata struttura folk-pop di "I Did Good Today" sono in tal senso illuminanti. White ha la giusta sensibilità per raccontare di amori e dilemmi senza mai smarrire un'apprezzabile autenticità lirica.
"Swirling Violets" è un progetto solido e maturo, un disco che sottolinea la padronanza musicale dell'autore (una laurea in musica e composizione) ma anche una forte sensibilità civile e sociale (White lavora al fianco di ragazzi con problemi di salute mentale), dunque non sorprende che l'artista nordirlandese affronti problemi come la dipendenza da alcol e droghe (la delicata parentesi acustica di "Rivers") e le difficoltà di crescere in contesti familiari problematici (la poetica "Deadwood", da molti erroneamente ritenuta autobiografica).
Senza dubbio, dopo aver ascoltato il nuovo album di Conchùr White, il concetto di dream-folk non sembra più lo stesso: quelle briciole di surrealismo che fanno spesso capolino (le inquiete progressioni dream-pop della title track) e le altrettanto nitide aperture melodiche dispensate senza incertezze o timori ("Fawn") sono il risultato di una consapevolezza espressiva che è aliena a molta produzione pop contemporanea.
"Swirling Violets" non è un album dal fascino fugace: a ogni ascolto le undici tracce rivelano ulteriori preziosi dettagli e spianano la strada a un probabile, meritato successo per il cantautore nordirlandese.
17/02/2024