Dopo due dischi in assoluta solitudine, l'orchestra elettroacustica a bassa fedeltà dell'enigmatico Heimito Künst si propone di espandere le proprie risultanze incrociando voce e parole di Dennis Callaci dei Refrigerator. Già il precedente "Post Exoticism" - uscito proprio per Shrimper, etichetta fondata dal musicista americano qui coinvolto - presentava tratti differenti rispetto al vorticoso magma dell'esordio, presentandosi come un insieme più coeso e meno spigoloso. A tale attitudine la presenza della componente vocale, per quanto sbilenca e a tratti quasi sgraziata nella sua declamazione carica di pathos, offre un'ulteriore apertura verso un ambiente sonoro più accessibile, che per la prima volta rinuncia a ogni referenza letteraria.
Dalla riuscita intersezione delle due dimensioni creative in gioco scaturisce una sequenza di forme canzoni diluite, dal sapore lisergico, con le trame eterogenee di nastri, synth e strumenti acustici definite da Künst a fungere da substrato atmosferico su cui si staglia l'interpretazione teatrale di Callaci. "Clap Black", col suo incedere blando, setta il tono fin da subito e dischiude l'universo spettrale nel quale questo inusuale cantautorato a quattro mani muove.
La seducente "World Of Lovers" - il pezzo migliore del lotto - con la sua melodia cullante che accompagna una voce cangiante dal riverbero profondo all'acuto sottile, ha la consistenza di un sogno lucido, mentre tracce quali "Raybans" e "Sunflower" affondano in territori avantgarde stranianti.
All'interno della sequenza, a modulare ancor più il tutto, trovano spazio anche l'irruenza elettrica di "Wave" e la strumentale "Ghosts From Sonora", che riporta prepotentemente alle accidentate tessiture costellate da suggestioni kraut del primo, omonimo capitolo Heimito Künst. Tante sfumature, quindi, a definire una sinergia valida, che unisce due sfere espressive trasportandole oltre i loro meri campi d'azione.
30/08/2024