Si respira un articolato senso di stupore, ascoltando la terza prova solista del vicentino Edoardo Maggiolo. Ispessita la passione per field recordings e, di rimando, per la glorificazione dell’attimo presente, il compositore focalizza i propri sforzi sulla costruzione di un discorso musicale facendo di questo “Sopra una luna color crema” opera maggiormente compiuta rispetto alle precedenti, data l’esplorazione non solo di ciò che il suono può fare per l’uomo, ma di quel che l’uomo può fare per l’uomo attraverso la manipolazione del suono.
Ne scaturiscono otto miniature jazz in cui il nostro dà sfogo al proprio drumming - essendo la batteria il suo primo strumento, a partire dall’interessante esperienza di fusion post-psichedelica nell’ensemble Mandela, attiva discograficamente dal 2013 al 2016 - oltre ad azzardare qualche incursione concreta e dissonante attraverso mandolino e pianoforte, opportunamente rivisti. Ma c’è di più, ed è il clarinetto di Belinda Miggitsch, che insieme a Maggiolo costituisce il duo Wunschtraum. E qui arriva la svolta.
Si ascolti la notturna “Faccia da cane cotto”, in cui il clarinetto ricama felpato, similmente al sax del migliore John Lurie; se pure la ritmica viene mozzata dopo un minuto, in favore di una digressione ambientale di malinconica arrendevolezza, se ne esce a orecchie soddisfatte, grazie ai pochi dettagli dello strumento a fiato, che sottrae e sottrae alla propria presenza fino a rinascere, impalpabile, nella successiva “Appartamento galleggiante”. È questo un jazz da sperimentare dal vivo, per meglio comprendere se l’operazione sia un fenomeno giocato con intelligenza in ambito casalingo, o se sia un dono evocabile anche in concerto, là dove la manipolazione sonora seduce fino a un certo punto ed è richiesta l’azione fisica del musicista in carne e ossa.
Di suo, nonostante la brevità, l’album è denso e lynchiano al punto da rastrellare un buon numero di consensi. Di più, l’amalgama del clarinetto con quanto impostato di strutturale da Maggiolo rende perfino superflue certe registrazioni d’ambiente (il vociare di un gruppo di persone, il rumore della pioggia, una bottiglia di vetro che cade), spianando la strada per un papabile album a venire in cui, mollati gli ormeggi, si spiccherà il volo verso il conio di una nuova forma di liberazione.
26/11/2024