Extra Life - The Sacred Vowel

2024 (Vibe Abyss)
avant-prog

Strana bestia, gli Extra Life. Un progetto progressive e minimale, avvezzo a distorsioni e dissonanze assortite ma ostinatamente votato alla commistione fra folk britannico e Ars Nova tardo-medievale. Alla base di questa singolare - e alquanto suggestiva - visione, la creatività del newyorkese Charlie Looker, allievo alla Wesleyan University di mammasantissima della musica sperimentale come Anthony Braxton e Alvin Lucier, e soprattutto co-leader degli avant-math-rocker Zs, nonché collaboratore di artisti variegati e rispettati quali Dirty Projectors, Lingua Ignota, Tim Berne, Tyondai Braxton, Xiu Xiu.

Avviato nel 2006, il progetto si era concluso nel 2012 dopo il terzo album "Dream Seeds". Nel 2022 però il ritorno, con una nuova formazione capitanata sempre da Looker e supportata da musicisti di gran prestigio nel giro avant-metal con cui bene o male il nome Extra Life ha sempre intrattenuto significativi legami. Un nuovo disco, "Secular Works, Vol. 2", a mo' di sequel del loro titolo più considerato, e ora un altro Lp ancora, con una squadra similare composta, fra gli altri, dal leader dei Kayo Dot Toby Driver (qui in veste di bassista) e il versatile violinista Timba Harris (Estradasphere, Secret Chiefs 3 e svariati altri).
Assoldato anche il batterista David Bodie (Time Of Orchids, Kayo Dot), questo "The Sacred Vowel" si propone come il più equilibrato fra gli album finora incisi dalla band e quello che meglio esprime la sintesi di antico e moderno, apollineo e dionisiaco che da sempre è il tratto distintivo della formula Extra Life. Brani lunghi ma non interminabili (lo standard è sui cinque minuti, il picco dodici), molto spazio ai toni folkeggianti, senza tuttavia ricadere in cliché acustici o lesinare sulle coloriture più sferzanti. Il bilancio fra eleganza armonica e venature disorientanti è particolarmente curato, con timbri elettronici e alieni che si inseriscono striscianti già nei tenui intrecci pianoforte/chitarra dell'iniziale "Corrupt, Corrupt" e intervalli spiazzanti che germogliano inattesi nel bel mezzo delle distese bucoliche di "Haven't Learned A Thing".

Ancora una volta, è soprattutto il riferimento alle forme oggi inconsuete della musica dell'era gotica a suscitare buona parte delle sorprese: tipico dell'Ars Nova di compositori come Guillaume de Machaut è proprio il ricorso a incastri di frasi ritmiche e melodiche indipendenti, che creano per la maggior parte della loro durata situazioni limpide e consonanti, ma di quando in quando producono anche sfasamenti o attriti armonici assai arditi. Pur comprimendo notevolmente la complessità strutturale, l'effetto suscitato è simile nell'incipit di "Three Worms", con sequenze vocali molto Gentle Giant del lato oscuro, ed è ulteriormente acuito in "I'm Normal" e "Feet First" dal ricorso a telluriche bordate di basso - un contrasto violento con le linee melodiose del violino e della voce, spesso impegnata in melismi a loro volta ispirati alla musica del Quattordicesimo secolo.

La conclusiva "The Sacred Vowel", episodio più esteso del disco, accentua ancor di più la duplicità conflittuale che regge l'opera intera, e le dà spazio per svilupparsi in molteplici declinazioni e cambi d'atmosfera. Il testo, criptico e immaginifico, si combina con potenza e ampiezza del ventaglio sonoro in un affresco ieratico che, come suggerisce la pagina Bandcamp dell'album, "delizierà i fan di lungo corso, e fornirà ai nuovi arrivati un ottimo punto da cui partire".

30/07/2024

Tracklist

  1. Corrupt, Corrupt
  2. I'm Normal
  3. Feet First
  4. Haven't Learned a Thing
  5. Three Worms
  6. The Sacred Vowel

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