Grazie al successo dei Lemon Twigs, anche i non fan del sunshine pop anni 60/70 hanno scoperto il fascino artigianale della forma canzone: Kinks, Big Star, Todd Rundgren, Raspberries, Zombies, Free Design, ma anche Beatles, 10 CC e Beach Boys sono ritornati in auge, con una prospettiva moderna eppur rispettosa della genuinità delle prime pulsioni beat e pop. In questo scenario, pronto ad arricchirsi di cloni e di non sempre stuzzicanti effetti deja-vu, i Gold Star Gold Star si candidano a futura promessa dei nostri sogni vintage.
Il secondo album del duo californiano è un'autentica delizia, una raccolta di canzoni che non solo cattura l'estetica degli anni 60, ma ne ripercorre strategie trasversali e creative, che si traducono in sonorità volutamente opache ("The Best Of You"), tra influenze psichedeliche che alimentano contrappunti e dissonanze melodiche dall'effetto straniante e ammaliante (lo splendido baroque pop di "Wouldn't You Like To Know") e incursioni nella canzone d'autore che faranno la gioia di tutti i fan di Todd Rundgren (l'eccellente "I've Realized It's You").
L'incastro tra voci e strumenti è molto particolare e originale, la musica primeggia sulle pur ottime armonie vocali e corali, l'effetto finale è rispettoso delle sonorità e delle tecniche di registrazione degli anni 60, le composizioni sono articolate e armonicamente complesse.
Gioiellini come il fluttuante sunshine pop di "Our Love Is The Same" e il languido romanticismo leggermente glam di "Mystery Of Love" non temono il confronto con i classici del genere.
"Sunday's Fine" è un'autentica miniera di perfect pop song: l'elegante mix di Beatles e Beach Boys di "For The Time Being", lo strambo tempo di valzer di "The Party", il brio acustico alla George Harrison della graziosa "The Fourth Of July" e la gustosa citazione di "Pet Sounds" che contagia sonorità e armonie vocali di "What A Shame" sono solo alcuni esempi dell'eccellente caratura del nuovo album dei Gold Star Gold Star.
Il fascino esotico di "Oh Grace", le strategie oblique a metà strada tra beat e musica colta di "The Best Of You", la cristallina e diafana bellezza di "Sylvia's Calling", l'elaborata trama psichedelica della superba "Joan Of Arc" e la leggerezza dell'ultima traccia "Anything You Want Me" completano un album che merita senz'altro maggior attenzione di quella ricevuta finora (un'unica valutazione su rateyourmusic).
Pubblicato purtroppo solo in formato digitale, il secondo album dei Gold Star Gold Star è una delle sorprese dell'anno trascorso, un disco che, in quanto a scrittura e arrangiamenti, supera brillantemente le più fortunate incursioni pop di nomi blasonati. Un gioiellino da vivere e condividere prima che il burrascoso avvicendarsi di nuove pubblicazioni ne ottenebri la contagiosa bellezza.
12/02/2025