Joanna Gemma Auguri

Hiraeth

2024 (Duchess Box)
chamber-folk, darkwave

“Hiraeth”, parola che in gallese indica un luogo perduto o forse mai esistito, una dimora immaginaria dove far riposare le fantasie in attesa di conforto. 
Joanna Gemma Auguri entra in punta di piedi nel dark-folk mitteleuropeo in cerca del suo personale hiraeth, dopo aver lasciato la Polonia negli anni 80 per sottrarsi alla legge marziale, quindi anima notturna vagante senza fissa dimora, e infine residente a Berlino, dove ha trovato terreno fertile per una musica dolente e ricca di suggestioni letterarie e cinematografiche.

La musicista polacca ha potuto contare sull’apporto di una band - Achim Faerber (Tito and Tarantula, Automat, Philip Boa), Yoyo Roehm (Ben Becker, Mick Harvey Band, The Bad Seeds) e Isabelle Klemt (Agnes Obel, Notwist) - che ha tradotto in spazi sonori una serie di storie tanto dolorose quanto personali. Intrigante sia concettualmente che musicalmente, "Hiraeth" è stato composto dall’autrice con il solo ausilio di una fisarmonica e di una cetra, per poi essere adornato da colti richiami alla musica sacra e da atmosfere tipiche del cabaret tedesco.
Le canzoni sono grevi e ricche di ancestrale tormento, sonorità barocche ne distolgono l’aspro candore (“All You Can Eat”), le pagine più delicate e romantiche sposano il rigore di Beth Gibbons (“Break Out ”) con la sensualità noir di Lana Del Rey (“What We Call Love”, “Isle Of Longing”), la sobrietà è spesso associata a slanci lirici evocativi e ricchi di suggestioni (“Your Dark Colours”).
Spetta alla splendida “Last Dance” tratteggiare l’essenza della musica di Joanna Gemma Auguri, con poche note di cetra, echi lontani di sintetizzatori e la magica presenza di Keeley Forsyth.

Non è un album facile, "Hiraeth", ma una volta catturati dalla sua bellezza desueta, è difficile restare indifferenti, al punto che diventa facile perdonare alcuni richiami a colleghe più note, grazie anche a una scrittura coraggiosa (“Little Bird”), a folk spettrali di rara bellezza (“Alone”) e a un set strumentale originale (cetra, fisarmonica e viola) che offre spazio a intuizioni melodiche tanto inquietanti quanto seducenti (“Circles”, “Faith Lost”).

25/01/2025

Tracklist

  1. All You Can Eat
  2. Break Out
  3. What We Call Love
  4. Little Bird
  5. Alone
  6. Isle Of Longing
  7. Circles
  8. Your Dark Colours
  9. Last Dance
  10. Faith Lost 






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