Non sempre il suono si adegua allo spirito del tempo presentandosi quale eco di ciò che accade intorno a noi. A volte vuole essere reazione, riflesso negativo che ne sovverte i toni, convergendo in una totale antitesi. È questo l'approccio scelto da Jónsi per il suo quarto lavoro solista, pubblicato tramite la piattaforma di musica e benessere Myndstream, flusso sonoro ideato in origine per un videogioco e interamente permeato da atmosfere ariose e da una luminosità a tratti abbagliante.
A dare le coordinate del disco è lo stesso autore, nella nota che ne ha accompagnato l'annuncio, scrivendo che ha "immaginato 'First Light' come un momentaneo mondo fantastico, esagerato e utopico, in cui tutti e tutto vivono insieme in pace e armonia eterna". Ed è esattamente ciò che l'album offre attraverso le sue quattordici istantanee ricche di floride orchestrazioni ("Willow"), di aperture solenni verso spazi infiniti ("Wishful Thinking") ed echi naturalistici che lambiscono scenari new age.
Fiati e field recordings aprono la danza briosa di "Flicker" prima che la voce seducente degli archi disegni uno scenario di placida quiete, scivolando flessuosamente nella dreamtronica eterea della title track. L'essenza delle trame sonore è tutta qui, accostabile all'elegia bucolica del chamber-folk dei Brave Timbers, arricchita da flebili sgranature sintetiche e guidata in alcune tracce da partiture pianistiche che lasciano convergere l'insieme verso delicate formulazioni modern classical ("Cherry Blossom", "Undercurrent").
Quando i pattern ritmici trovano maggiore vigore ("Over The Fence"), a tornare in mente sono invece le ibridazioni del duo Kiasmos originate dal tocco prevalente di Ólafur Arnalds.
Siamo distanti tanto dalle virate pop, per quanto umbratili e articolate, delle pubblicazioni precedenti firmate in solitaria da Jón Þór Birgisson, quanto dalla maestosità dream-rock dei Sigur Rós, tornata a risplendere con incisività lo scorso anno con il pregevole "Átta". "First Light" fa capitolo a sé - e l'assenza della voce ne è chiaro sintomo - orientando il portato emozionale, sempre presente nella musica del compositore islandese, verso paesaggi celestiali, che forse difettano per uniformità compositiva, ma sanno conquistare fin dal primo ascolto, regalando quelle agognate immagini di pace interiore ricercate con ostinazione e rappresentate perfettamente dall'artwork di copertina.
27/11/2024