Uno dei tratti distintivi che ha segnato la scena club degli anni Dieci è sicuramente la Giegling, etichetta tedesca che si è imposta grazie a una forte identità sonora: percussioni fluttuanti, pad evanescenti e un sound design pastoso costituiscono la sua cifra stilistica; della deep house vengono ripresi i toni introspettivi ma privi delle influenze black music; dalla minimal techno emerge la preferenza per la vacuità dei suoni, spogliata però di ogni claustrofobia e aggressività.
L'estetica della Giegling non si limita al sound, ma si estende anche al visual. Le cover dei vinili, spesso caratterizzate da scarabocchi fumosi o fotografie in bianco e nero, trasmettono una sensazione onirica; le foto dei membri del collettivo ritraggono più un gruppo di hipster che un classico collettivo di clubbers. La concezione di rave viene ribaltata a favore di una musica per sognatori, un viaggio delicato tra texture ritmiche e melodie che emergono delicatamente nei dischi dei suoi protagonisti. Nonostante l'indiscutibile successo nell'underground elettronico, l'eredità della Giegling e dei suoi membri - come Dwig, Vril, e soprattutto il seminale Prince of Denmark / Traumprinz - non ha visto molti emuli diretti. Il loro stile, tanto magico quanto sacro, sembra intoccabile. Sebbene i dischi dell'etichetta e delle sue sublabel siano spesso citati tra le influenze da artisti contemporanei, è raro che qualcuno tenti un vero e proprio lavoro di replica.
Il collettivo zurighese Project Indigo si pone come uno dei pochi eredi sensati della label teutonica. I suoni delle uscite sono soffici tanto quanto le illustrazioni di locandine e cover art: foglie, nuvolette sorridenti e la continua sensazione di un’estetica intima, calorosa. Questa stessa sensazione pervade "Present Future / Here There", album d'esordio di Lb Honne. Il suo approccio sonoro trova un delicato equilibrio tra il positivismo dell'ambient house e le riflessioni intime della deep, con microsuoni organici e legnosi, accordi avvolgenti e sfocati come fari nella nebbia; immancabile il riferimento alla Driftwood, etichetta di inizio anni Duemila che, con gli Ep di Drain Pipe, Da Kine e Ronin ha posto le basi per l'onirismo su dancefloor.
"Present Future / Here There" è un tributo al collettivo di Weimar, senza però scadere nella percezione di un già sentito. Acquisisce una sua personalità, gentile ma solida, soprattutto nei fraseggi tematici di ampio respiro di "Pa Ohm", riempiti da pad subaquei e speeches evanescenti. È difficile definire cosa accade in questi brani: in "Viaggio", nessun elemento prende davvero il sopravvento; percussioni sintetiche e tridimensionali si muovono tra subwoofer profondi e arpeggi ariosi. "Sky Funk" suona delicata quanto incalzante nel ritmo che, vivacemente sincopato, strizza appena l'occhio al break. La chiusura è affidata a "Luv (Exit)", che in un ovattato e incalzante gioco percussivo tra basse frequenze e suoni sinusoidali appena accennati apre un lungo speech sommesso: "Thank you very much for your time" chiude il pattern ritmico, in un lungo accordo che invita l'ascoltatore a perdersi tra le nuvole.
30/12/2024