La polistrumentista e compositrice statunitense Lea Bertucci non è certo una novizia nel campo della produzione musicale: otto album in oltre dieci anni di attività, collaborazioni prestigiose, partiture appositamente composte per rappresentazioni teatrali ed eventi museali. “Hold Music” rientra a pieno titolo in quest'ultima categoria: originariamente commissionata dall'Art Gallery of New South Wales per il Volumes Festival del 2023, è una partitura per sax alto sovrainciso ed elettronica suddivisa in due lunghi movimenti e ora disponibile in digitale e audiocassetta.
L'immortale lezione compositiva di Terry Riley è sicuramente fondamento e fulcro di questo lavoro, il groviglio di sassofoni in loop di “In Anticipation Of” rimanda a sperimentazioni acide di un remoto passato. “Waiting In A Non-Linear Time” ha il respiro grave di un largo sinfonico e la maliziosa seduzione dell'improvvisazione free. La Bertucci compone, esegue, registra e finalizza il master, neppure l'artwork è lasciato ad altri.
Come già si è detto, il disco nasce come lavoro su commissione e questa sua caratteristica non può essere ignorata nel momento in cui ne soppesiamo l'effettivo valore. I capolavori a comando sono estremamente rari e di “Firebird Suite” forse se ne avranno al massimo una manciata nell'arco di un secolo. È pur vero che di Stravinskij in giro non se ne vedono molti, al momento, e per forza di cose i risultati di gran parte di queste opere finiscono con l'essere alquanto manieristici.
Purtroppo anche “Hold Music” difetta di personalità e ispirazione, continuando a riproporre con precisione scolastica schemi e forme di un post-minimalismo pseudo-elettronico ormai avvizzito. Soltanto i colori timbrici del sax alto - che rimandano alla lisergica euforia di mezzo secolo fa - lo rendono un oggetto un po' fuori dal tempo. Nonostante si debba riconoscere alla Bertucci un'impeccabile professionalità nel confezionare questo lavoro (che avrà certamente soddisfatto il cliente), continuando a reiterare le coraggiose sperimentazioni del passato (nel caso specifico, Riley e il free-jazz) esse vengono infine ridotte a forme di maniera, vuote, indolenti e innocue.
È pur vero che anche i compositori devono vivere: Mozart stesso componeva regolarmente terribili sonatine per feste e compleanni (ma è probabile che la scrittura tediosa fosse un modo per ridicolizzare gli stessi eventi che avrebbe dovuto celebrare). L'originalità assoluta è un concetto romantico ormai obsoleto, nessuno si aspetta oggi opere clamorosamente innovative, ma ciò non vuol dire che non si debba almeno tentare di scriverle.
02/12/2024