Il sogno da piccolo di Lewis Pierre Simon Delhomme, in arte Lewis OfMan, era diventare profumiere e seguire così le orme del nonno Georges, che contribuì a creare il marchio Lancôme per il quale lavorò quasi trent'anni. Un desiderio spezzato dall'amore per la musica, suscitato dai suoni di una workstation rudimentale che il futuro cantautore transalpino recuperò in tenera età grazie a sua madre Sophie-Annie, direttrice artistica del settimanale Courrier International. E in particolare dalle mille opportunità offerte da una metropoli come New York, che il piccolo Lewis imparò presto a conoscere, dopo essersi trasferito con la famiglia dalla natia Parigi appena undicenne.
Dopo una serie di Ep, un Lp d'esordio datato 2022 e un ventaglio significativo di collaborazioni con, tra gli altri, Rejjie Snow, Empress Of, Coco & Clair Clair, Lewis ha messo in fila dodici nuove partiture, o canzoni, a seconda dell'occasione, in "Cristal Medium Blue".
Sedotto dai dischi di Frank Ocean e dalla magnificenza di un mito come Ennio Morricone, per il suo secondo album il parigino vira spesso anche verso il Sudamerica e le colonne sonore del cinema d'autore degli anni 70. Ne emerge così un polpettone talvolta indefinibile di patchwork electro, sample presi in prestito da qualche pellicola francese del passato, come ben esplicano alcuni momenti strumentali, su tutti "Caballero", messa al centro del piatto tra la caliente "Amor" e l'orchestrale title track, che è invece molto saudade, poco folk e tanto soft-rock nell'assolo finale.
Nei momenti cantati del disco, spiccano ovviamente le ospitate. C'è Gabriela Richardson nel trotto latino di "Get Fly (I Wanna)". Mentre nella ballata alla Thundercat "Come & Gone" sale in cattedra Alaska Reid. E ancora Sofie Royer nel pop-rock che evoca il profumo del miglior Alan Sorrenti di "Miles Away".
Infine, Camille Jensen ed Empress Of, rispettivamente in "Hey Lou" e "Higway": electropop la prima, un po' flamenco e un po' fusion la seconda.
Data quindi la mole di soluzioni variopinte adottate dal musicista francese, "Cristal Medium Blue" risulta essere in definitiva un album talvolta inafferrabile. Ma soprattutto un disco di classe. Non sempre sopraffina, certo. Ma pur sempre ricca di spunti notevoli, che ne fanno un'opera assolutamente consigliata.
08/08/2024