Ned Roberts

Dopo l'esaltante esordio "Ned Roberts- 2014" e una piacevole conferma con "Outside My Mind - 2017", avevamo perso un po' le tracce di Ned Roberts. Colpa del lockdown, che ha relegato il terzo album "Dream Sweetheart" a un immeritato oblio. La scelta del cantautore londinese di colmare ulteriormente il vuoto post-pandemia con una raccolta di brani estrapolati dall'archivio privato "From The Reels 2012-2020", gli ha concesso il tempo necessario per mettere a punto il disco più maturo e incisivo della propria carriera.

"Heavy Summer" nasce dalla rinnovata collaborazione con il produttore Luther Russell e dal fedele supporto degli amici/artisti Jason Hiller e Sarabeth Tucek: partner fedeli delle session di registrazione tenute in quel di Los Angeles nell'arco di soli sette giorni. Il risultato è un album decisamente più ricco e completo.
La voce di Ned Roberts si muove con maggior sicurezza tra arrangiamenti più spavaldi ed elaborati ("Another Record Round") e vigorosi slanci melodici e ritmici, che trovano il loro apogeo nella trascinante ("Days Into Days"), un delizioso folk-pop caratterizzato dal suono del corno francese, e nella ballata folk-blues in stile Laurel Canyon ("Down To The Edge") dove le sue sfumature vocali ricordano il James Taylor più ispirato.
Testi amabilmente malinconici fanno da sfondo a ballate costruite su pochi eleganti accordi di fingerpicking ("Play My Cards") o esili contaminazioni gospel ("Losing Sight").

Quelle di Ned Roberts sono canzoni ricche di riflessioni sul trascorrere del tempo, in un naturale alternarsi di stati malinconici descritti con toni ora scarni ("Song Of Spring"), ora sognanti ("Morning Meets The Rain"), dove alla sofferenza subentra la speranza, affidata prima al suono di un'armonica e all'articolata struttura armonica di "Tomorrow In Time", quindi all'elegante ballata finale "The Breakers".
"Heavy Summer" è non solo un gradito ritorno per il cantautore inglese, ma anche il suo album più maturo e valido.

21/09/2024