Dopo tanto girovagare sembra che finalmente Nils Økland abbia trovato dei compagni di viaggio stabili con i quali presentare le sue arie intrise di malinconia accecante, suonate seguendo le armonie del folk e i deliri del jazz. Ad accompagnare il violinista norvegese nella sua Band (tre dischi in poco meno di dieci anni di attività) ci sono il coetaneo Sigbjørn Apeland (harmonium e fender rhodes) e i più giovani Rolf-Erik Nystrøm (sassofoni), Håkon Mørch Stene (percussioni, vibrafono ed elettronica) e Mats Eilertsen (contrabbasso).
Dopo un esordio pubblicato su Ecm nel 2015, “Kjølvatn”, e un indefinibile secondo lavoro uscito su Hubro nel 2017, “Lysning”, il terzo album della band di Nils Økland, “Gjenskinn”, è un capolavoro di sincretismo tra musica tradizionale scandinava e pulsioni di jazz nordico. Che poi il groove più potente della raccolta sia nato seguendo le dita di un maestro di oud arabo del Cairo la dice lunga sull'appartenenza geografica di musicisti straordinari che solo per nostra comodità collochiamo in un non meglio definito "nordic jazz".
Dopo un’introduzione lenta e straziante, nello stile classico di Økland, “Minimalvals”, l’album si apre alla coralità dei timbri degli strumenti dell’intera Band già nella seguente “Framover”, dove sono ancora i temi del folk scandinavo a dettare i colori uggiosi e ultra-romantici della melodia. Solo con la già citata “Kairo” il ritmo comincia a salire e la sintonia tra i musicisti sembra trovare una luce più carnosa e graffiante.
Su “Morgenkvist” Økland costruisce una elegia degna dei più eterei Sigur Ros rileggendo un vecchio valzer che suona da quarant’anni, lasciando solo la melodia risplendere su un sottile strato di elettronica. "Tilley Plump" è nata su una ballata senza tempo della tradizione folk norrena che Nils ha imparato dal violinista Lell Robertson nelle isole Shetland.
21/04/2024