Peter Garrett - The True North

2024 (Sony Music)
pop-rock, alt-rock

In musica, come nella vita, abbiamo pochissime certezze. Una di queste è Peter Garrett, il gigante australiano dall'animo buono che ha speso un'intera esistenza in battaglia, dentro e fuori dal palco. Ciò che rende così speciale il suo operato è che porta sempre con sé un messaggio chiaro, forte e coerente, come d'altronde costantemente accaduto in questi cinquanta anni e passa di carriera. Aveva iniziato nel 1972 con i Farm, poi ribattezzatisi Midnight Oil, alla guida dei quali ha raggiunto una grande notorietà soprattutto tra la seconda metà degli anni Ottanta e l'inizio dei Novanta grazie a “Diesel And Dust”, “Blue Sky Mining” e “Earth Sun And Moon”, gli Lp di maggior successo della band che nel 2022, in concomitanza con l'uscita di “Resist”, ha ufficialmente dichiarato conclusa la propria avventura. A quanto pare, però, il buon Pete non ne vuol sapere di deporre le armi. Ci avremmo giurato, e infatti a due anni da quell'annuncio è tornato più agguerrito che mai con “The True North”.

Prodotto da Tony Buchen, è il suo secondo lavoro solista dopo “A Version Of Now” del 2016 ed è stato registrato assieme agli Alter Egos, nuova formazione che da qualche mese lo spalleggia e tra le cui fila militano Rowan Lane al basso, Heather Shannon dei Jezabels alle tastiere, Evan Mannell alla batteria e il fido ex-braccio destro negli Oils Martin Rotsey alla chitarra, mentre alle backing vocals ci sono le due figlie May e Grace Garrett (quest'ultima è autrice anche dell'immagine di copertina). Da sempre in prima fila nelle lotte per i diritti di aborigeni e senzatetto, disarmo nucleare, tutela del clima, energie rinnovabili e salvaguardia del territorio, in tutto questo tempo il cantante, oggi settantenne e in splendida forma, ha condotto in parallelo anche una vivace attività politica come parlamentare, ministro dell'Ambiente e ministro dell'Istruzione del suo paese, oltre a ricoprire due mandati come presidente dell'Australian Conservation Foundation e diverse cariche all'interno di vari enti no profit che lo hanno reso un punto di riferimento, ad esempio, nelle campagne contro la caccia alle balene in Antartide e Giappone o in quelle di riforestazione e costruzione di parchi nazionali. Insomma, più che un musicista un missionario, e inevitabilmente molte di queste cause sopravvivono nei testi delle sue canzoni. “The True North” non si sottrae alla regola e sin dalle note iniziali si configura come l'ennesimo, vigoroso invito ad agire.

Weary of heart and mind? Not I
It's the innocents fate, I'm willing to oblige
and repeat again and again and again and again and again and again
It's never too late
(“Innocence Part Two”)

“Innocence Parts 1 & 2”, pubblicato come singolo nello scorso ottobre, è un piccolo capolavoro per profondità lirica e struttura compositiva, una sorta di conta delle vittime dove giornalisti sghignazzanti, ecocidi, terroristi del clima, sceicchi e presidenti vanno affossando i comuni mortali, crocifissi “sull'altare della teocrazia finanziaria”. Come si può facilmente evincere dal titolo, il brano (di oltre sette minuti) è diviso in due parti, la prima delle quali si configura come un pop-rock monitorio ed energico, ammorbidito dal violoncello della collega di origine danese Freya Schack-Arnott, mentre la seconda si scioglie in un emozionante monologo che sa di testamento spirituale ma anche di promessa per il futuro: “Stanco nel cuore e nella mente, non io/ è il destino dell' innocente/ sono disposto a compierlo/ e a ripetere ancora, e ancora, e ancora, e ancora, e ancora, e ancora che non è mai troppo tardi”.
La title track è una ballata quieta e meditativa che trae spunto dall'osservazione dei paesaggi delle regioni settentrionali dell'Australia, sopra il Tropico del Capricorno, e delle isole dello Stretto di Torres, dove sono confinate le riserve indigene consistenti, ma il “vero nord” è anche la direzione verso cui punta l'ago della nostra bussola interiore, orientata in modo da esser sicuri che il nostro passaggio su questa terra non sia stato vano, come a dire “siamo esseri preziosi, dobbiamo prenderci cura di noi stessi e di ciò che ci circonda”.

Il secondo brano in scaletta “Paddo” è un hip-hop sarcastico su brillanti linee di basso e schitarrate heavy che sbeffeggia i valori vacui del quartiere degli affari e dei centri commerciali della suburbia a est di Sydney (Paddington, appunto), mentre “Hey Archetype” (scandita da pedal steel e armonica) e Currowan (anch'essa di stile country, prende il nome da un fiume del New South Wales) sentenziano “dobbiamo dire la verità/ dobbiamo affrontare i fatti/ nessun premio nell'aldilà/ nessuna copertura di quelle crepe”. Garrett sa smuovere le coscienze, di abbattere le barriere e creare nell'ascoltatore un senso di immedesimazione tramite rime di rabbia e sconforto ma mai rassegnazione: se “Meltdown” non vuole darla vinta ai “pagliacci di destra” e la melodiosa “Permaglow” deplora il rimbambimento da social media (“non è detto che George Orwell avesse ragione/ abbiamo dovuto aspettare finché il cappio non fosse più stretto”), la corale “Human Playground” - scritta dalla cantautrice conterranea Ainslie Wills - ci ricorda invece che c'è sempre una possibilità, visto che “le impronte del passato sono l'inizio di qualcosa di nuovo”. Ottima anche l'altra ballad “Everybody”, che tra spazzolate di rullante e dolci accordi di pianoforte chiude l'album con un punto di domanda: “Avrei potuto o dovuto fare di più?”.

Noi crediamo che con queste nove canzoni, e più in generale con il suo esempio, Peter Garrett abbia già fatto abbastanza. Speriamo che continui così ancora, e ancora, e ancora, e ancora...

06/04/2024

Tracklist

  1. The True North
  2. Paddo
  3. Innocence Part 1 & 2
  4. Hey Archetype
  5. Permaglow
  6. Human Playground
  7. Currowan
  8. Meltdown
  9. Everybody

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