Pietu Arvola

Meidän täytyy valvoa jottemme nukkuisi, sillä maailma on liukas

2024 (Paa Jotaki)
ambient, elettroacustica, field-recording

“Dobbiamo stare attenti a non dormire, perché il mondo è scivoloso”, così recita la traduzione del titolo dell'album di Pietu Arvola, il primo col nome di battesimo per il compositore finlandese. Vale a dire che occorre stare vigili di fronte alla tentazione dell'apatia, del disorientamento causato dal rumore circostante. Era una frase valida quando è stata scritta, nel Diciannovesimo secolo, e ancor più valida lo è adesso, in un mondo dove il bombardamento di notizie è costante. Valida, come riferimento a un disco che rarefa la forma, si alterna tra stati di assoluto smarrimento e momenti di allarme, tra i vagabondaggi nelle foreste vergini della Finlandia meridionale e ondate sonore pescate da ogni dove, private del loro contesto d'appartenenza. Nelle mani di Arvola, la ambient diventa purissima plastilina.

Pur non partendo da presupposti edificanti (lo spettro della pandemia ad aleggiare sull'intero processo creativo), il progetto vede il musicista riversare tale sconforto in un tangram di raffinata complessità, dove natura e artificio seducono e repellono allo stesso tempo, intensificando un senso di sconcerto che si fa man mano più bizzarro. Le foreste come contesto di un'insolita terapia, come spazio in cui fluttuare, lasciar espandere il grigio dentro sé per consentirgli di trovare nuovi significati. In un mare di campanelli e tintinnii, “Pölyn keskeltä” rievoca le indagini free-folk di vent'anni addietro, con un'intensità e un senso per l'avventura che portano il brano a una seconda metà rumorista. “Kaikki vääristyy” accentua il lato atmosferico, dotandosi di un violino e di un accompagnamento vocale che più che chiarire disperdono ulteriormente ogni pretesa di certezza, ogni esito definito. Meglio accogliere la stranezza, lasciarsi guidare su crinali burrascosi, un secondo prima che il turbinio degli eventi ci lasci avvolgere da un manto piovoso (“Puoliksi unessa”).

L'anno di dolori (la traduzione letterale di “Surujen vuosi”) di Arvola si addentra sempre più fitto nella nebbia, approfondisce i cascami della sua anima, ritrovando, perché no, stille di una bellezza sepolta (le gocce di pianoforte nella lunga elegia “Tomun alta”), nonché frangenti di sottile ironia (i concretismi estemporanei di “Vetoinen huone”).
Tutto fa testo, specialmente se non si punta a trovare una soluzione, si ha premura di raccontare la propria evasione, le visioni di un cielo stellato ben più eccentrico di come è solito offrirsi. Tanto sarà sempre troppo tardi (la conclusiva ballata “Onko jo liian myöhäistä”), meglio prestare attenzione a quanto si agita dentro sé. Chissà, potrebbe essere la volta buona che si riconosce il proprio soffio vitale.

06/01/2025

Tracklist

  1. Pölyn keskeltä
  2. Kaikki vääristyy
  3. Sytevä
  4. Surujen vuosi
  5. Puoliksi unessa
  6. Tomun alta
  7. Vetoinen huone
  8. Yön pimeydessä näin taivaallisia näkyjä
  9. Onko jo liian myöhäistä


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