Polar Inertia

Environment Control

2024 (Northern Electronics)
ambient techno, minimal techno

Negli anni Dieci, pochi progetti hanno incarnato la rinascita dell'underground techno come Polar Inertia. Nati nel 2010 da un collettivo di artisti, hanno come unici membri identificati con certezza Voiski (al secolo Luc Kheradmand) e Julien Haguenauer. Questo alone enigmatico, volutamente costruito per valorizzare la musica piuttosto che l'artista, è diventato il cuore di un'estetica che ha definito la scena techno di quegli anni: anonimato, atmosfere profonde e brumose, minimalismo imperante, ma anche fotografie in bianco e nero e paesaggi desolati. Malgrado il rispetto guadagnato nella scena più sotterranea della club music, l'act ha sempre dosato le proprie uscite con parsimonia: quattro Ep per Dement3d Records, qualche remix e poco altro, tutto però inserito in una narrazione coerente e studiata nei minimi dettagli.

Con Environment Control uscito per Northern Electronics, il progetto si consacra nel suo primo album. Dopo otto anni di silenzio, poco lasciava presagire questo ritorno: un full-length di sessanta minuti dominato da suggestioni ipnotiche e occulte. I tool si muovono attraverso mantra reiterati per svariati minuti (come "Smothering Dreams", che raggiunge gli undici minuti e mezzo), costruiti su timbri variati con lentezza abissale. Ogni traccia parte da tessiture torbide che si espandono gradualmente, rimanendo però avvolte in una raggelante coltre di oscurità. Il sound design non si discosta molto dalle prime uscite: le ambientazioni sono le stesse di dieci anni fa, e Environment Control potrebbe essere facilmente scambiato per una produzione del 2014. È un lavoro tecnicamente raffinato, ma che non aggiunge nulla di nuovo a Ep come "The Last Vehicle" del 2012 o al remix pseudo-downtempo di "The Dawn" di DSCRD del 2011. L'unica variazione evidente è un leggero aumento del Bpm in alcune tracce, coerente con le recenti tendenze del clubbing ("Arctic Horizon").

Tuttavia, poco importa se la formula resta immutata. Le sei tracce si configurano come tool ambient techno che assorbono l'architettura della minimal e la sua monotonia claustrofobica, intrecciandole a reminiscenze industrial glaciali, con occasionali incursioni in una dark-ambient ("Modeless Singularity") dall'impronta cinematografica. Il tutto è incorniciato da intro e outro, la prima impreziosita da uno spoken-word che richiama quello di "Kinematic Optics" (dall'omonimo mini-album del 2015). Il culmine gelido e angosciante raggiunge la summa in "Deflection V", un'apocalisse sonora che svela un inquietante intreccio di tessiture minimaliste.

Ogni dettaglio dell'album sembra evocare una catastrofe imminente, un collasso inevitabile a cui sfuggire. L'escapismo della rave culture anni Novanta, qui, diventa contemporaneamente mezzo e fine, dando vita a un'opera che non inventa nulla di nuovo, nemmeno all'interno della propria discografia, ma che completa il mosaico con un tassello mancante: il primo vero album. Non tutto, in fondo, era stato detto.

10/01/2025

Tracklist

  1. Environment Control
  2. Smothering Dreams
  3. In Dark Territory
  4. Breaking Waves
  5. Deflection V
  6. Modeless Singularity
  7. Arctic Horizon
  8. Interlude (Sound Stroke)

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