Quello dei Rosetta Stone è un nome molto importante all’interno della scena goth-rock anglosassone. Originari di Liverpool e guidati dal leader indiscusso Porl King (divenuto da tempo unico titolare del progetto), i Rosetta Stone furono capaci di segnare i primissimi anni Novanta con un classico del genere, “An Eye For The Main Chance” (1991).
Dopo l’inevitabile scioglimento (1998) e prima di ritornare in pista nel 2019, il musicista britannico ha dimostrato di sapersi evolvere - pur restando ancorato al suo background di riferimento - prima con la meccanica nonché pregevole proposta Miserylab e poi con un’altra sfiziosità chiamata In Death It Ends, stavolta orientata verso un immaginario di taglio witch house.
Cosa aggiunge questo “Under The Weather” alla carriera dei Rosetta Stone? Praticamente nulla, al di là di un effetto nostalgia pronto a catturare alcuni darkettoni di vecchia data cresciuti a pane e Sisters Of Mercy (a tal riguardo, la titletrack e le sensuali movenze di “Host” rappresentano un biglietto da visita irresistibile).
Gli altri brani del lavoro scorrono via in maniera dignitosa, lasciando trasparire il solido mestiere di un Porl King ormai intimo cantore di sonorità perdute (“Words To That Affect”, “Coherence” o la delicata “All The Devils”).
Il nuovo corso del progetto può avere senso soltanto all’interno di un ristretto giro di appassionati. Si tratta di un sound oggi qualitativamente povero di impennate, senza nulla togliere alla coerenza e all’onestà di un artista tornato dopo due decenni sui propri passi (probabilmente per chiudere un cerchio con se stesso). Ad ogni modo, se per caso vi fosse sfuggito “An Eye For The Main Chance”, cominciate da lì: quello è il disco di culto dei Rosetta Stone.
11/09/2024