Quella dei Shxcxchcxsh è una parabola che, negli anni Dieci, li ha innalzati a figure di culto nella scena più disturbante e avanguardistica dell'industrial techno. L'esordio "STRGTHS" e, soprattutto, il successivo "Linear S Decoded" li hanno elevati a pilastri di un'ondata fresca e innovativa, che ha ridato linfa al movimento club: tra ritmi sghembi e distorsioni pervasive, più che brani, i due tritano schegge impazzite in un caos atonale intriso di profondità emotiva e cibernetica: un panorama cinematico quanto introspettivo, dove macchine senzienti si ribellano dopo aver riflettuto sul loro posto nell'universo. In bilico tra derealizzazione e immersione, la musica del duo svedese suona come un rituale esoterico realizzato da enigmatici stregoni su un satellite infuocato, quasi fosse una versione black metal dei canoni dance.
Eppure, l'equilibrio dei due artisti è sempre stato complesso, oscillando tra temi esaltanti e sperimentazioni dispersive. La loro visione, tanto audace quanto spiazzante, richiede un songwriting (se di questo si può parlare) incisivo per non scivolare nell'autoreferenzialità. "......t" incarna questa dicotomia: sulla carta, l'album è un sussulto di clamori, un guizzo di arcanismi fedele ai primi lavori, ma forse non bastano gli innesti di deconstructed club, i passaggi privi di kick drum e le dissonanze in tempi dispari per rinnovare una formula che, qui, risulta sì potente ma anche reiterativa.
Con una tracklist di quindici temi, si avverte il peso di momenti forse superflui, lasciando il dubbio che una selezione più concisa avrebbe migliorato l'impatto complessivo. Sia chiaro: molte tracce, prese singolarmente, conservano una loro forza evocativa. "iiijjjiii", tetra e fantasy, sembra una nenia dungeon synth privata di ogni lucidità mentale; "jljljljljljljlj", invece, si rivela un parossismo malinconico, capace di coniugare forza espressiva e una tensione sonora ipnotica. Nel tentativo di riplasmarsi attraverso una rinascita licantropica, "......t" si riempie di molti concetti, forse troppi, risultando sì affascinante ma anche ferocemente innocuo, quantomeno i loro standard.
28/01/2025