Con una carriera artistica in costante ascesa, costellata di collaborazioni prestigiose e numerosi consensi ottenuti dalla stampa specializzata, Silvia Cignoli percorre tuttora una strada volta a ridefinire il genere ambient filtrandolo attraverso lo specchio della sua multiforme personalità, plasmata da una significativa preparazione accademica. "Allegory Of Earth And Water” - dal concept intriso di panteistico simbolismo - è un ulteriore passo verso questa direzione, nonché l'occasione per tessere una trama sonora in divenire, articolata in quattro movimenti e un postludio. Una vera e propria suite dalla duplice anima (sinfonica ed elettronica) che sin dall'incipit dell'introduttiva “Silente” ammalia con abissali glissando e vitree rifrazioni timbriche.
Al di sotto di una spessa coltre di droni si cela un intarsio di armonie e modulazioni che man mano acquista profondità e spessore, donando all'album una vastità di respiro non così comune nelle produzioni ambient, come testimoniano gli ampi archi sintetici di “Schiudente” e i rintocchi colmi di siderale malinconia di “Levante”.
La Cignoli predilige sonorità iridescenti e texture lentamente evolutive, per certi versi equiparabili alla sintesi vettoriale (chi ha utilizzato un Prophet Vs sa di cosa stiamo parlando), anche se è molto probabile che esse siano il risultato di un paziente lavoro di stratificazione in studio. Non siamo in territori sonori particolarmente abrasivi né dal piglio sperimentale più radicale, ma questa gradevole accessibilità indossa una veste languida e delicatamente contemplativa, che rapisce con il suo afflato emozionale, pur rimanendo ancorata ai suoni della tradizione elettronica europea (“Radiante”).
Al di là delle influenze stilistiche, inevitabili per tutti e - nel caso specifico - a volte chiaramente riconoscibili, l’autrice milanese dimostra di possedere una chiara visione compositiva, che le permette di descrivere attraverso “Allegory Of Earth And Water” una parabola musicale compiuta e narrativamente convincente, in equilibrio tra soluzioni melodiche post-new age e reminiscenze kraut.
La conclusiva "Postlude: Elegy Of Dispersed Energy" indulge un po' troppo nella memoria della scuola elettronica dello scorso secolo (un'eredità sonora talmente seminale da rendere difficile allontanarsene) anche se si riscatta con una scrittura non adagiata sull'ipnotica ripetitività di molto ambient odierno. Avendo la Cignoli stile, gusto e capacità, la speranza è di ascoltarla - nelle prossime produzioni - allontanarsi gradualmente dai colori dell'elettronica storica, sviluppando nel contempo un linguaggio timbrico maggiormente personale e soggettivo.
23/12/2024