Skee Mask, al secolo Bryan Müller, è senza dubbio uno dei nomi più intriganti degli ultimi anni. Dopo l'esordio nel 2014 con l'Ep "Serum", ha intrapreso una lunga e fruttuosa collaborazione con Ilian Tape, label dei Zenker Brothers. Müller è il fiore all'occhiello dell'etichetta, e "Resort" rappresenta l'ultimo capitolo di un percorso artistico poliedrico, capace di fondere vibrazioni club tradizionali con ambient, dubstep, breakbeat e ogni altra suggestione che incroci lungo il cammino.
In questo lavoro, viene esplorata a fondo l'Intelligent dance music, offrendoci un excursus intriso di affetti fraterni, nostalgie e sogni ad occhi aperti, con chiari richiami a Boards of Canada e µ-Ziq. Se "Compro" (2018) ha consacrato l'artista con paesaggi sonori spogli e invernali, in "Resort" si respira il calore di una notte estiva, come immergersi in acque cristalline, avvolti da una beatitudine intima.
La forza delle sue creazioni risiede nella ricchezza del sound. Non si tratta di un'abbondanza di elementi, bensì di una qualità impeccabile, amplificata da un approccio lontano dalla loudness war che valorizza la gamma dinamica. Da Aphex Twin ai primi Autechre, gli elementi distintivi dell'Idm vengono qui reinterpretati con nuova linfa vitale. La cura del suono si riflette nei temi armonici, sviluppati in un flusso di variazioni timbriche, così come nella profondità dei groove, intricati ma al contempo lineari nei loro corsi, come se seguissero l'unica strada che avrebbero potuto percorrere. Considerando, poi, che il producer ha da poco superato i trent'anni e vanta già una ventina di pubblicazioni tra Ep e album, il risultato è ancora più impressionante.
"Resort" rappresenta una prospettiva fresca e ogni traccia è colma di emotività, come se la complessità di una band progressive si intrecciasse con la profondità tessiturale degli Stars of the Lid. In tracce come "Daytime Gamer", melodie sognanti si legano a rimandi malinconici, mentre "BB Care" evoca nostalgia con il suo sample vocale che ricorda "Music Has The Right To Children". In "7AM At The Rodeo", le pulsazioni breakbeat sono destrutturate e addolcite da arpeggi vellutati, creando una sensazione di tranquillità che emerge anche nei ritmi più groovy.
Va tenuto tuttavia in considerazione che l'opera non aggiunge tasselli narrativi alla poetica dell'artista, comunque già vasta e non priva di riserve. Le dodici tracce, colme di calore umano e tecnologico, riprendono elementi già esplorati nei suoi lavori precedenti. Questo, però, non toglie che ogni espediente sia composto con la stessa cura che un amico ci riserva nel darci ascolto e farci sentire capiti.
11/01/2025