Primo album di inediti per il progetto The Smoke Orchestra, prosecuzione dell’esperienza nata nel 2004 come Smoke, una reggae-root band con due lavori all’attivo: l’omonimo “Smoke” del 2006 e “Routes”, sopraggiunto due anni più tardi. Modificata nel 2009 la ragione sociale in Smoke Orchestra, per quasi un decennio il collettivo è stato impegnato prevalentemente come backing band di artisti soul e r&b, non soltanto italiani, fra i quali spiccano i nomi di Nina Zilli e Ronnie Jones. Il focus stilistico si è di conseguenza spostato in maniera decisa verso orizzonti jazz-funk, e dopo la raccolta di cover “Hot, Funky & Sweaty”, pubblicata nel 2020, ecco finalmente un lavoro composto esclusivamente da brani autografi: “Celestial Bodies”.
Si tratta di un concept incentrato sullo spazio, nel quale i temi astronomici sono costantemente al centro della trattazione, come è possibile desumere già soltanto dalla lettura dei titoli. “Celestial Bodies” è un saggio disco-funk profondamente influenzato dagli anni Settanta, basti l’ascolto di brani trascinanti come “Hot Mercurio” “Pluto The Dwarf Planet” o “Supernova Event”, che risentono in maniera inequivocabile dell’adorazione per la musica prodotta a suo tempo dagli Earth Wind & Fire: in particolare, desta impressione la stupefacente prossimità nella gestione di voci e cori. Il groove la fa da padrone, in irresistibili canzoni che integrano anche elementi jazz, psych (in “Lenticular Galaxy” affiora anche qualche somiglianza con lo stile di Jamiroquai) e reggae-dub, nell’unica concessione alle radici del gruppo, la terza traccia, “Antigtravity Fluctuation”.
04/01/2025