Nominati per i Grammy Award nel 2017 con l’album “Brand New Day” i Mavericks sono rientrati per la terza volta in campo con il loro personale mix di country, latin-rock, Memphis-soul e tex-mex, riconquistando in breve i favori del pubblico, grazie all’esplosiva resa live e a un repertorio piacevolmente retrò.
I tre album pubblicati dopo “Brand New Day” si sono districati abilmente tra progetti di routine (l’album natalizio del 2018 “Hey! Merry Christmas!” e il disco di cover “Play The Hits” del 2019) e audaci incursioni nella musica messicana con un set di canzoni cantate in lingua spagnola (“En Español”, 2020).
“Moon & Stars”, oltre a segnare un ritorno a una più variegata miscela stilistica, conferma la sempre più rilevante influenza della musica latina, che ormai predomina sulle più antiche attitudini country-rock.
Quello di “Moon & Stars” è senza dubbio il set di canzoni più interessante dai tempi di “Trampolene”. Il leader e cantante Raul Malo, da buon erede di Roy Orbison, si destreggia tra una deliziosa cumbia “The Years Will Not Be Kind” (testo di Bernie Taupin), la contagiosa e spigliata ballata creola “A Guitar And A Bottle Of Wine” e un trascinante latin-pop-soul perfetto come colonna sonora di una serie sex & crime (“The Name Of The Game”).
La band, forte di alcune collaborazioni importanti, sfoggia un malizioso e trascinante soul-rock (“Live Close By" con ospite Nicole Atkins) e una ruffiana canzone latin-disco con chitarra wah wah al seguito (“Look Around You”, alle voci Kaitlyn Connor e Maggie Rose), ma è quando Raul Malo cita senza timore le astuzie del pop anni 60 che i Mavericks mettono a segno canzoni formidabili, come il psych-pop alla Beatles di “Turn Yourself Around”, la romantica ed ennesima citazione di Roy Orbison in “And We Dance” e una carnale ballata tex-mex (la title track).
“Moon & Stars” è un disco estremamente rappresentativo della versatilità e abilità dei Mavericks: non v’è brano che non abbia una ragione d’essere, che sia la festosa polka in chiave honky/tonky di “Overnight Success” o la sinistra sceneggiata in stile pulp-fiction di “Without A Word”, diventa difficile non provare ammirazione per una band che sa ancora come divertirsi e divertire con il linguaggio universale della musica.
02/06/2024