Attorno a determinate sonorità si delinea un mondo dai tratti ben definiti. E’ ormai una moda, uno stile, la dichiarazione d’amore per quell’universo retro-wave degli 80's a cui inneggiano da tempo social, etichette discografiche, videogame e pellicole cinematografiche. Ogni ascoltatore ha poi la sua predilezione: chi ama maggiormente gli scenari più pop e colorati, chi quelli più nostalgici e sognanti, chi le movenze più oscure, altri quelle più cyberpunk.
A questa “disciplina” non si sottraggono nemmeno i romani The Public Radar, anzi, con sapienza compositiva, riescono a far convivere nel medesimo lavoro molte delle tante anime degli anni Ottanta. Il duo composto dal cantante e chitarrista Max Alto e da Francesco Conte (ex-chitarra dei KLIMT 1918, ora attivo negli Spiritual Front e qui anche ai sintetizzatori) torna in scena dopo un lungo silenzio - il primo disco, "A New Sunrise" era del 2015 - con “Neon Rain”, co-prodotto niente meno che da Steve Lyon (Depeche Mode e Cure) tra lo Shelter Room studio di Roma e i londinesi Panic Button Studios. Una produzione impeccabile, accompagnata alla solida struttura delle canzoni, che rende l'ascolto "al neon" gradevole a prescindere dal mood retrò.
Il disco si apre con i passaggi più ritmati: il primo singolo “Endless”, posizionato anche come opener, e la successiva “Unbelievable Life”. Spetta a loro definire i binari sonori e l'"ambiente" su cui si dipanerà l'intera raccolta. Si rallenta con la title track dalle tinte cinematografiche più dolenti e malinconiche (uno scenario che riapparirà durante l’ascolto) e con l’interessante scorcio orchestrale di “Illusion”.
01/02/2024