In ormai quindici anni di carriera, Vril ha segnato il tragitto della dub techno più evocativa e malinconica. Il suo esordio risale al 2010 con "1-4", un Ep che non solo ha dato vita a un percorso artistico che oggi conta sei album e numerosi live, ma ha anche rappresentato uno dei primi lavori firmati Giegling, l'etichetta e collettivo di Weimar che, con la sua sensibilità sognante e introspettiva, ha definito l'essenza del clubbing degli anni Dieci. Dopo tre ottimi album ("Torus", "Portal" e "Anima Mundi") e ulteriori incursioni nel panorama ambient-dub techno, nel 2023 l'artista ha rinnovato il suo moniker aggiungendo un punto iniziale, denominandosi .Vril e apportando un cambiamento solo in apparenza sottile ma in realtà significativo: se nelle prime produzioni le intenzioni erano dominate da energiche drum machine (in particolare le Roland) contrastate da melodie solitarie, surreali e ipnotiche, .Vril ha svelato una nuova estetica, abbandonando gradualmente ogni velleità contemplativa in favore di una visione epica e futuristica.
"Saturn Is A Supercomputer" rappresenta il secondo capitolo di questa metamorfosi, che della precedente produzione conserva la stessa inclinazione per le iterazioni dub, l'atmosfera densa e fumosa, ora però arricchita da espedienti quasi cinematici, come a voler incidere la colonna sonora di un'opera sci-fi. A livello timbrico, questa trasposizione avviene principalmente attraverso profondi riverberi, sintetizzatori dal piglio quasi electro e un sentore di spazi siderali che tuttavia fatica ad amalgamarsi con gli altri elementi proposti. Talvolta, però, la nuova direzione assume connotati di rilievo: è il caso di "Habit Forming", una fantasia ambient techno che strizza l'occhio a un'Idm luminosa e rarefatta; ed è lì, forse, che la sensazione di fluttuare nel cosmo, tra nebulose interstellari e pianeti-macchina, trova una forma inedita, lontana dai grezzi fumi minimal-dub delle prime uscite.
L'inserimento di nuovi elementi (sintetizzatori brillanti, mood da retrogaming, linee vocali processate con il vocoder) appare a tratti un esperimento dal risultato incerto, con l'attenzione che si concentra maggiormente sulle esplorazioni nostalgiche che rievocano i sentieri già percorsi dal producer. L'album trasmette l'impressione di essere un intermezzo, una digressione valida e legittima, nel tentativo di tracciare nuove traiettorie, senza però rivelare ancora una direzione ben delineata. Dopotutto, l'universo è sconfinato, e le strade da percorrere sono incalcolabili.
04/02/2025