Capitalizzare una carriera musicale trascorsa all’insegna di un’estemporaneità artistica e concettuale, nonché raccogliere le ultime potenziali intemperanze di un linguaggio sonoro (trattasi di punk, anzi di funk-punk), dove prevale lo sberleffo e l’irriverenza non è facile, il rischio è quello di cedere a una normalizzazione priva di spessore e personalità.
Per il quinto album, i Warmduscher, strenui fautori di un pub-rock/art-punk che va da Ian Dury ai Fat White Family, hanno raccolto idee ed energie per uscire finalmente fuori dal ghetto di gruppo cult. Amici di lunga data come Mr. Salt Fingers Lovecraft e Jamie Neville sono stati interpellati al fine di rendere più omogenea e coesa l’ipnotica e psichedelica miscela di groove etno-hip-hop-jazz della band, che a volte paga un tributo ai Talking Heads di “Fear Of Music”.
Grazie al supporto di un nugolo di ospiti,“Too Cold To Hold” è per la band la tavolozza più ricca e omnicomprensiva mai messa in piedi. Un mix di tempi ritmici graffianti, di armonie e contrappunti, di suoni di basso pulsanti e di vivide forme musicali rubate all’hip-hop, al jazz, al soul, alla musica lounge, al funky e alla disco-music.
La musica dei Warmduscher resta un abile sberleffo dello star-system musicale, ma più sostanzioso e stimolante di quanto si possa immaginare. L’umorismo è ora puro cinismo (“Body Shock” con Lianne La Havas), lo stile spoken-word ha sempre più assonanze con i più osannati Sleaford Mods (“Top Shelf ”), alcune intuizioni ritmiche sono sorprendenti (“Cleopatras”), il mood generale è più oscuro e greve che mai (“Staying Alive”, “Pure At The Heart”) e quando la tracimante euforia ritmica di “Immaculate Deception” alza la tensione, ogni tassello sembra finalmente al posto giusto.
Con “Too Cold To Hold” i Warmduscher scavano nelle profondità della rabbia e dell’insofferenza sociale, bilanciando intelligentemente la natura irriverente della loro musica con un substrato sonoro ricco e articolato che è un piccolo trionfo artistico.
16/02/2025