In una nota di Andrew Barton, scrittore di libri di cucina e amico degli statunitensi Windflower, emerge molto sul nuovo album del gruppo di Portland capitanato da Adrian O'Barr: "Fai una passeggiata con il disco nelle orecchie, o resta dove sei, ma immagina di indossare le scarpe, afferrare una giacca, sentire l'aria fresca sul viso e, quando arriva una nota dolce, potresti guardare il cielo".
Sono parole che richiamano gli umori sparsi in un album, il secondo in tre anni della band americana, che condensa in "appena" otto canzoni uno stato d'animo che sa tanto di foglie d'autunno in caduta libera dagli alberi, ma anche di brezza marina di fine agosto, del fatidico "last day of summer", per cantarla con Robert Smith.
Malinconia, dunque. E anche tanta ariosità, inscenata da una strumentazione classica - chitarra, batteria, basso - a cui si aggiungono il sassofono di Joseph Shabason, il violino di MorganEve Swain e la pedal steel di Hamilton Belk, giusto per dare un tono seventies che non guasta mai.
"Green World" è un disco che lega il folclore tipicamente indie della scena di Portland, vaneggi country, aperture che rispolverano i Talk Talk espansi della cosiddetta seconda fase ("Seabirds"), languori estatici che fanno tanto Ben Gibbard in uscita solista (come nella dolcissima title track) e ballate con il sax ad allietare puntualmente gli animi ("Water's Edge").
Ascoltando la ciurma di O'Barr, ci si ritrova spesso sospesi vagamente anche a metà tra le progressioni folk inglesi proprie di formazioni miliari come i Fairport Convention e le immancabili atmosfere post-rock che hanno reso Portland centro nevralgico di uno stile unico, per quanto ripetuto pressoché all'infinito da un numero imprecisato di collettivi.
Verso il finale sale in cattedra "Summer Wind", di certo il momento acusticamente più "rassegnato" del lotto. Mentre nella successiva "Walking Weather" spuntano luci a intermittenza, attivate da cambi di ritmo ben distribuiti.
"Green World" è insomma l'album con cui prepararsi anzitempo all'agognato autunno. E va bene così. Al netto di qualche lentezza di troppo.
13/08/2024