Benefits - Constant Noise

Quando due anni fa introducevamo i Benefits da Middlesbrough (North Yorkshire) e il loro "Nails", raccontavamo di una band che faceva suonare la Brexit come un deliquio noise sul quale il leader carismatico Kingsley Hall poggiava uno spoken word cinico e tensivo. C'era però un pezzo, "Shit Britain", piantato più o meno a metà della scaletta, dove chitarre, batteria industrial e distorsori venivano messi in congelatore per fare spazio a beat e sintetizzatori dance.

È importante ricordarlo, perché in "Constant Noise" troviamo le proporzioni tra rumore ed elettronica completamente ribaltate. Ascoltiamo, dunque, le visioni caustiche di Hall scorrere su tappeti elettronici e battiti anche piuttosto spinti - con il vecchio ruggito noise relegato praticamente alla sola, potente "Lies And Fear".
Se frangenti più atmosferici non mancano, si pensi alle suggestioni di "Constant Noise" e "Burnt Out Family Home" (che aprono e chiudono il disco) o al drammatico intermezzo antibellico "Missiles", la maggior parte dei pezzi sembrano confezionati con la pista da ballo e possibili remix in mente. I synth bass scudiscianti di "Land Of The Tyrants" e la Idm progressive di "Victory Lap" sono i segni più chiari di questo nuovo approccio, mentre ascoltando il punk elettronico di "Blame" è difficile non ricordarsi del geniale incontro tra Leftfield e John Lydon.
Se la comparsa grime di Shakk in "Divide" non sorprende, è davvero inaspettata quella di Pete Doherty nella successiva "Relentless". Ad ogni modo, entrambe sono riuscite con il buco.

Poco prima di lasciarci tutti orfani del nostro padrino indie preferito, Steve Albini dichiarò il suo amore incondizionato per la band. Non sappiamo cosa potrebbe mai pensarne di questa svolta elettronica, ma sul messaggio, al solito bruciante e sprezzante, non avrebbe alcun dubbio. Così come non ne ha la Invada di Geoff Barrow, che continua a perorare la causa dei ragazzi anche a questo giro.

09/05/2025