La quarta giovinezza per Christer Bothén sembra sia inziata qualche anno fa, quando il pluridecorato ottuagenario musicista svedese ha dato vita al suo ultimo progetto, Christer Bothén 3, in compagnia di Konrad Agnas e Vilhelm Bromander, sostituiti per il secondo lavoro del trio da Kansan Zetterberg e Kjell Nordeson.
Alla veneranda età di 83 anni, Bothén pensa ancora che "la musica... è un fottuto mistero. È l'arte più spirituale, ma è invisibile, non la si può vedere. Ci sono gli spartiti, ma non è la musica". D'altro canto, di musica ne ha studiata parecchia. Da ragazzo presso l'Università di Göteborg, poi in Africa, due anni in Mali e poi una vita in Marocco per toccare con mano dove la musica è spiritualità e l'esoterismo un'arte da apprendere.
Esperienze che gli sono valse a inizio anni 70 un posto in quintetto base nell'Organic Music Society di Don Cherry. Da lì è stata una sequenza ininterrotta di progetti tanto sotterranei quanto esaltanti per tutti gli anni 70 e 80 (Bitter Funeral Beer Band e Bolon Bata), fino alle recenti collaboraizoni con il funambolico Mats Gustafsson (Fire! Orchestra), con Vilhelm Bromander (Unfolding Orchestra) e con Oren Ambarchi ("Ghosted").
Inarrestabile, Christer Bothén, ha pubblicato il disco d'esordio del suo progetto "3" nel 2001, "Omen". Seguito quattro anni più tardi dal secondo capitolo, "L'invisible", con due terzi del trio completamente rinnovato. Il suono dell'album, un dialogo stellare tra clarinetto, pianoforte, contrabbasso e vibrafono, riprende le atmosfere di un disco pubblicato dallo stesso Bothén più di vent'anni fa, "7 Pieces", in compagnia di Nordeson al vibrafono e Gustafsson, Paal Nilssen-Love, David Stackenäs e Johan Berthling. Formula che a sua volta rendeva omaggio al classico fuori dal tempo di Eric Dolphy e Bobby Hutcherson "Out To Lunch" e al misconosciuto Earl Bostic, eroe musicale del giovane Bothén.
"L'invisible Partie 1" sono diciassette minuti di jazz elegante e avvolgente, con i timbri del basso di Zetterberg a dettare le regole per le improvvisazioni. Il clarinetto del padrone di casa è la voce portante di un racconto che manda in orbita melodie notturne, in grado di proiettare in un futuro remoto la storia del jazz di New Orleans. Kip Hanrahan se ne innamorerebe all'istante.
Decisamente più epidermica la seconda parte dell'album, con Nordeson pronto a passare dal vibrafono alla batteria per sottolineare i ritmi muscolosi del gran finale del lungo brano. "Volevo ottenere un suono onirico con molto riverbero, e immergere l'ascoltatore in una sorta di stato onirico", scrive Bothén nelle note che accompagnano la pubblicazione del disco.
"L'invisible" è stato registrato nel mese di marzo del 2024 da Daniel Bengtson presso lo Studio Rymden di Stoccolma e pubblicato un anno dopo, il 4 aprile del 2025 dalla Thanatosis di Alex Zethson.
17/06/2025