Emanuele Colandrea - Uno

2025 (29Records)
cantautorato

Mi sento meglio confuso
Come un tetto d'inverno
Come un lampo, uno schianto
Come un presentimento
Emanuele Colandrea arriva alla quarta tappa della sua carriera solista con lo zaino consumato dal sole e le rughe spesse del viaggiatore solitario. "Uno" raccoglie tredici canzoni che sanno di brezza estiva e grandine d'autunno. Un album cantautorale che ha però dalla sua anche approcci desert-rock utili per animare al meglio testi densi di "pensieri scaduti nel mare", mai del tutto stabili o annacquati di trovate posticce.

Emanuele è uno dei musicisti più acuti del cantautorato italiano degli ultimi dieci anni. E "Uno" ne attesta la piena maturità. A partire da "Sabbia e cemento", sorta di confessionale spoglio di un uomo che le ha viste tutte e vuole sentirsi finalmente libero dalla spocchia di contorni inutili. "Facciamo citazioni innamorati dei milioni di gerani sui balconi", canta poi Colandrea in "Andiamo, camminiamo, lavoriamo" (riferimento evidente al capolavoro del 1975 di Piero Ciampi), per un invito affettuoso a non farsi schiacciare dal lavoro.
Tra ballate acustiche sul silenzio, inteso come "miglior modo per disturbare", e sull'amore da coltivare come un orto, il cantautore dalla provincia di Latina procede senza cali nelle sue ripartizioni spirituali. E ancora carne, ossa, ostacoli da scavalcare, braccia spalancate, come emerge a squarciagola in "Siamo fatti".

"Uno è la regola non scritta con cui è stato concepito il disco, è il numero dell'istinto, del 'buona la prima', di un giorno alla volta, un'ora alla volta, una canzone alla volta, una volta alla volta. Mi piace poi pensare che sia anche 'uno nel caso' piuttosto che 'uno a caso', 'uno nei tanti' piuttosto che 'uno dei tanti'. Ho cominciato a registrare decidendo a priori che ogni brano non sarebbe stato pensato e lavorato più di un giorno e che le riprese di chitarra e voce sarebbero state in presa diretta, in simultanea, una sola traccia senza riferimenti di tempo, senza la ricerca della perfezione, senza sé e senza ma. Per ricominciare si parte da Zero, per ricominciare a ricominciare invece si parte da Uno", racconta Colandrea. Sono parole che sottintendono una volontà di appartenenza al mondo che tenta di liberarsi al netto di una solitudine necessaria e fatta di viaggi e speranze da urlare al vento con una chitarra e quattro accordi.
Ci sono inoltre echi di Piero Ciampi sparsi bene e cocci del primo Brunori Sas ("Altro che Colandrea"), mentre Colandrea sogna un biglietto per la Nuova Guinea e fa a pezzi se stesso definendosi un "paraculo". "Voglio scrivere canzoni d'amore se non le canti con il primo che passa", canta ancora Emanuele.

Arriva anche il momento vivace che non t'aspetti, ma che in qualche modo fa il pari con l'anima indie dei primi anni Duemila. Accade in "Un giorno tre autunni", filastrocca sulle mancanze e il mal di schiena in discarica. Le passeggiate come "segno di protesta" e di anarchia caratterizzano infine le istanze di "Amarsi è rivoluzione", ballata sociopolitica a margine di un disco intimo ma che sa rivolgersi a tutto il resto senza troppi fronzoli e con una poetica sinceramente disposta. A questo punto, non resta che attendersi il bis, o meglio un "Due".

27/06/2025

Tracklist

  1. Sabbia e cemento
  2. Sarà bello
  3. Andiamo camminiamo lavoriamo
  4. Ho imparato
  5. Siamo fatti
  6. Ti ho aspettata tutti i giorni
  7. A forza di essere gente
  8. Con le mani nella guerra
  9. Altro che Colandrea
  10. Osso di mela
  11. Te l'ho detto già
  12. Un giorno tre autunni
  13. Amarsi è rivoluzione

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