Archiviate le influenze dub alla base della loro quarta collaborazione, Frank Schültge e Nils Frahm indirizzano il nuovo capitolo del loro progetto a lungo termine verso territori elettroacustici affini al suono proposto nei primi dischi insieme. Un ritorno che assorbe il già detto cercando una nuova via, il cui fulcro risiede soprattutto nell'approccio e nelle modalità operative.
Innanzitutto cambia la forma: non più un insieme di esplorazioni singole, ma una sorta di sinfonia in tre movimenti che accoglie l'intero frutto di improvvisazioni nate da un lento processo di preparazione e successivamente assemblate e rifinite con cura certosina. Un iter incentrato su un'esaltazione del dettaglio nettamente avvertibile nell'incastro di frammenti e riverberi lasciati liberi di galleggiare in un ambiente di base fatto soprattutto di silenzio.
L'artigianato virtuoso messo in atto dai due musicisti si mantiene però fin troppo su toni sommessi, rinunciando a innescare dinamiche stridenti e quei contrasti alla base della formula dai sentori avant-jazz dell'esordio. La sensazione, ascoltando i dialoghi pianoforte/chitarra interpolati da un campionario di risonanze estratte da un armamentario acustico decisamente ampio, è che i due abbiamo deciso di navigare a vista senza prendersi rischi.
Tutto scorre senza intoppi, ma ugualmente senza slanci, offrendosi come un paesaggio silente, la cui grazia viene depotenziata dall'assenza di apici. Un album dal suono ricco e dallo sviluppo essenziale, che si dispiega piacevole all'ascolto senza riuscire a imprimersi con la profondità lecita da attendersi dal parto di due sensibilità artistiche di spicco.
08/10/2025