Dopo l’interessante esordio del 2021,“Erased By Thought”, Gina Été torna in scena con un’opera più matura, che mette a fuoco una personalità eclettica, un’attitudine creativa coltivata in una famiglia di musicisti (padre, zio e nonno) e artisti (una zia ballerina), e in seguito affinata con studi di jazz e classica, matrici che emergono nel moderno e futuristico hybrid-pop della musicista svizzera.
Il titolo dell’album, “Prosopagnosia”, fa riferimento a un deficit cognitivo che impedisce il riconoscimento dei volti, una metafora di una società dove la fretta ci abitua a consumare emozioni e oggetti senza mai metterne a fuoco l’essenza.
Oscuro, algido, l’album scivola su stratificazioni di synth e altri strumenti elettronici, i quali intercettano una sezione d’archi che asseconda armonie fluide e dinamiche, seppur riflessive e inquiete.
Le canzoni riflettono sulla condizione femminile: le atmosfere urban-dream-pop di “Love To Work” affrontano lo spinoso problema delle sex-worker, con un corpo sonoro che trasuda fisicità e sensualità, qui come altrove Gina Été domina i numerosi input sonori e lirici conciliando perfettamente sonorità analogiche e digitali (“Prolog - This Mess I'm In”, “The Last Air”).
Per un attimo Gina Été cattura quella magia che sfiora la poesia e la potenza evocativa delle immagini nella minimale e neoclassicheggiante “My Friend”, ma il nuovo album dell’artista svizzera ha il suo punto di forza nel brano che infrange la sua atmosfera incantata, ovvero l’urban-electro-synth-pop di “F***You:You”, un originale inno alla femminilità cantata in lingua schwyzerdütsch.
E’ atipico, il nuovo album di Gina Été. Le sonorità sono familiari, ma abilmente decontestualizzate grazie a una musicalità colta, che a qualcuno ricorderà Bjork, ad altri Kate Bush, ma che infine gode di un’autonomia alquanto evidente nei due episodi più intensi, “The Bet” e “Your Opinion”, quest’ultimo scelto come nuovo singolo di questo intrigante progetto della musicista svizzera.
05/04/2025